di Alfonso Gianni.

Ma sul voto si spacca la maggioranza. Tre deputati vicini ad Andrea Orlando in commissione Bilancio - Antonio Misiani, Susanna Cenni e Carlo Dell'Arringa - non hanno partecipato al voto, mentre i commissari di Mdp hanno votato contro, così come i rappresentanti di Sinistra italiana e Movimento 5 Stelle. A favore ha votato il resto del Pd in commissione con Ap, Ala-Sc, Forza Italia e la Lega. La proposta è passata con 19 sì e 6 no. Dunque sul testo siamo di fronte ad una maggioranza in cui la destra dichiarata è determinante. L'emendamento sui voucher sta nella manovrina e su questa il governo si appresta ad apporre il voto di fiducia. Il giochino di votare contro la norma ma sì alla fiducia sarebbe impresentabile. Per la fiducia il governo si prevede che formulerà il solito maxiemendamento onnicomprensivo di tutto, compreso i voucher. A questo punto si misurerà la coerenza di ciascuno e si vedrà se la maggioranza è definitivamente cambiata. Il che non potrebbe non avere conseguenze immediate per il governo e per la durata della legislatura. Il ruolo del Presidente della Repubblica diventa molto delicato e decisivo. Anche perché gli va chiesto in ogni caso di non promulgare una legge che contiene uno strappo così evidente nei confronti dell'articolo 75 della Costituzione che tratta la materia referendaria: infatti ai cittadini è stato sottratto il referendum contro i voucher per poi riproporli. Costituzione messa sotto i piedi.

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