PERUGIA - Da Vivilambiente, rappresentato dal suo coordinatore Massimo Paneni, riceviamo e pubblichiamo, la presa di posizione dell’associazione sul Calendario Venatorio “Non c'è alcun dubbio – osserva Paneni di Vivilambiente - che questo calendario vada definito come uno dei peggiori che la nostra regione abbia mai avuto. L'Umbria poteva vantare, fino ad alcuni anni fa, il miglior calendario venatorio a livello nazionale: assolutamente rispettoso delle normative europee e, ancora più importante, della salvaguardia della biodiversità.

Un calendario venatorio che prevedeva l'apertura della caccia alla prima domenica di settembre a migratoria e selvaggina stanziale; semplice come l'uovo di Colombo: più cacciatori "spalmati" su più territorio e su più specie. Poi, improvvisamente, un cambiamento che non comprendiamo. Innanzitutto, ci si permetta di sottolineare come le norme vigenti indichino come improcastinabile data entro la quale il calendario va presentato il 15 giugno. Ci si permetta anche di dire come lo stesso sia assolutamente privo di ogni logica: totalmente svincolato da quelle che sono le tradizioni venatorie nostrane, completamente avulso dai calendari venatori delle regioni limitrofe, assolutamente contrario alle più elementari norme di salvaguardia della biodiversità! Una duplice apertura come quella presentata mette a rischio (sottoponendo le specie cacciabili ad una pressione venatoria difficilmente sostenibile) il patrimonio faunistico della nostra regione.

Ci dicono che questo calendario sarebbe frutto della concertazione tra la Regione e le Associazioni Venatorie; ma queste ultime negano il fatto. Sono state tirate in ballo le limitazioni indotte dai dati dell'ISPRA: fermo restando che il parere dell'ISPRA non è assolutamente vincolante, ci piacerebbe sapere da dove, questo istituto, ha preso le fonti scientifiche per elaborare questi dati. Eppure, la Regione ha a disposizione sia una documentazione che tiene conto delle pubblicazioni scientifiche dei più famosi ornitologi europei fornitale, per conto di Vivilambiente, dal dott. Paneni, sia il risultato di studi recenti effettuati, a livello europeo, da qualificati istituti di ricerca presentati dall'Associazione Libera Caccia che dicono l'esatto contrario di quanto afferma l'ISPRA! Da dove, quindi, le basi per questo calendario venatorio che tanto penalizza i cacciatori, e tanto mette a rischio il patrimonio faunistico regionale?

Ci risulta anche che il deciso intervento della Provincia di Perugia ha permesso di avere il colombaccio cacciabile dal 18 settembre, di non avere un ulteriore riduzione del già limitato carniere giornaliero e/o annuale per alcune specie, di ripristinare la preapertura al 4 settembre. Ringraziamo per questo la Provincia di Perugia nella persona del suo Presidente Marco Vinicio Guasticchi, per il contributo che ha dato in questa vicenda”.

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