PERUGIA - "Alla luce delle indagini sul clan camorristico del Casalesi  - ha riferito il consigliero comunale del Pd Tommaso Bori - che hanno portato al sequestro di oltre 320 immobili, 144 autoveicoli, 18 società, 45 quote societarie, 200 conti correnti aperti su 53 istituti diversi, 9 polizze assicurative (tra cui appartamenti nel quartiere di Ponte San Giovanni, vari terreni nel nostro comune ed attività ricettive come l’hotel Giardino e l’hotel Domo) si rende necessaria una seria riflessione istituzionale assieme a tutti gli enti locali, i poli culturali, le forze economiche e sociali della nostra città per sviluppare gli anticorpi contro il fenomeno mafioso, a cui la nostra terra non è abituata e che il nostro tessuto sociale e produttivo non è preparato ad affrontare".

"Infatti l’Umbria - continua Bori -  risulta tra le mete più appetibili di mafia, camorra e ‘ndrangheta per riciclare denaro sporco lontano dalle loro terre d’origine, dove possono destare meno attenzione e trovare più facilmente acquirenti disposti a vendere per prezzi fuori-mercato. Molte delle attività sequestrate dalle forze dell’ordine erano state create e gestite inizialmente da famiglie perugine o umbre, che poi hanno venduto ai prestanome dei clan. A questo va aggiunto che, oltre al danno dell’infiltrazione mafiosa nel nostro territorio, le organizzazioni criminali portavano un vero e proprio danno economico con truffe ai fornitori, false fatturazioni, distrazione di capitali, bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro sporco".

"La relazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza sull’operazione “Apogeo” dipinge un quadro preoccupante della situazione in Umbria ed in particolare a Perugia per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose, ma ricorda molto la favola di Esopo con protagonista il celebre lupo.
Sono positive le reazione di allerta, le dichiarazioni ed i comunicati stampa rilasciati a seguito della conferenza congiunta di carabinieri del Ros, dei comandi territoriali dell'Arma e del Gico della Guardia di Finanza di Perugia e Firenze, ma di certo non si potrà parlare di incidente inaspettato, dato che questa ha tutti i contorni di una tragedia annunciata: sin dagli anni novanta la procura di Palermo segnalava anche l’Umbria fra le terre “sensibili” verso le quali Cosa nostra aveva indirizzato i propri investimenti, tramite una rete di prestanome e di società pulite".

"Inoltre - ha detto - l’organizzazione locale di Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie da anni denuncia il pericolo infiltrazioni e riciclaggio a Perugia, soprattutto nel settore edilizio, ponendo particolare attenzione sugli appalti pubblici e sub-appalti, ma anche istituti di credito e bancari, come spiegato nell’audizione alla Commissione Antimafia della Regione Umbria.

Mi sembra giusto ricordare che un punto di partenza per quello che riguarda il Comune di Perugia lo abbiamo già posto ad inizio consiliatura: i gruppi di maggioranza ed il Sindaco hanno sottoscritto ed approvato uno specifico Ordine del Giorno, diventato poi Delibera, in cui si analizza il fenomeno mafioso, si cercano delle soluzioni alle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio e si adottano delle buone pratiche amministrative per quanto riguarda l’amministrazione comunale".

"Dimostrazione del fatto che le istituzioni locali e la politica sono ancora in grado di leggere la società e di dare risposte adeguate in anticipo, non solo quando i problemi sono già sotto gli occhi di tutti. A distanza di qualche tempo mette un po’ di tristezza vedere che non si sia raggiunta l’unanimità nella votazione dell’Ordine del Giorno sulle infiltrazioni mafiose e la lotta alle mafie perché l’opposizione ha preferito il gioco dei posizionamenti politici, trincerandosi dietro le reciproche appartenenze e accampando delle scuse, piuttosto che seguire il buonsenso e votare a favore.

Ma non bastano gli indirizzi politici ed amministrativi, non è abbastanza essersi dati delle regole e degli obiettivi da raggiungere, bisogna anche essere in grado di attuare le delibere e fare in modo che le parole diventino fatti. Per questo, a distanza di più di un anno dall’entrata in vigore della Delibera del Consiglio Comunale, stiamo elaborando con un gruppo di esperti e studenti un’interrogazione sull’attuazione dell’Ordine del Giorno che sarà depositata a breve" - ha concluso Tommaso Bori.
 

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