Forum degli Enti Locali per la cooperazione internazionale in Palestina: “Il ruolo degli Enti Locali per la localizzazione dell’Agenda 2030. Esperienze e prospettive future di cooperazione in Palestina”

 

“Bee the change ha rafforzato il processo di cambiamento in Palestina. Proposta una finestra ad hoc fra Italia e Palestina”

 

Il processo di cambiamento in Palestina è cominciato ed è stato rafforzato da “Bee the change” e da altri progetti di cooperazione internazionale che vedono protagonista l’Umbria. Tante le proposte emerse ieri dal “Forum degli Enti locali per la cooperazione internazionale in Palestina – Il ruolo degli enti locali per la localizzazione dell’Agenda 2030, esperienze e prospettive future di cooperazione in Palestina”, cui ha partecipato, come partner, anche Anci Umbria. Proposte che hanno riguardato il rafforzamento della cooperazione fra Enti locali, con particolare riferimento a quelli che legano Italia e Palestina, con la prospettiva futura – come ha detto il Console d’Italia a Gerusalemme, Giuseppe Fedele – di poter aprire una finestra dedicata a progetti fra queste due realtà. Mentre, il viceministro alla Cooperazione, onorevole Marina Sereni, nel suo videomessaggio, ha annunciato una “Conferenza nazionale sulla cooperazione, in programma nella seconda metà dell’anno”.

Tutti i relatori intervenuti hanno concordato sulla necessità di proseguire questo rapporto di cooperazione fra Enti locali, anche con progettualità esclusive fra Italia e Palestina.

Nella sostanza, il Forum di ieri è stato un momento di confronto e di restituzione sui progetti attuati che hanno avuto un impatto positivo in termini economici, ambientali, culturali e occupazionali in Palestina, ma con benefici anche in Umbria, anche in termini di reciprocità.

L’introduzione è stata affidata a Lucia Maddoli vice direttore FELCOS Umbria: “Questo forum chiude il progetto di cooperazione Bee the change, un’azione di grande rilievo per le tematiche attorno cui si è sviluppata, quelle dell’apicoltura e delle erbe officinali, settori che portano con loro non solo economia, ma anche cultura e sostenibilità; e perché si sono aperte le porte dell’amicizia e delle relazioni di partenariato molto forti tra comuni umbri e palestinesi e con Anci Umbria. L’obiettivo è di dare continuità alle relazioni intraprese con la Palestina”. Il vicedirettore Maddoli ha ricordato che questo forum si sarebbe dovuto svolgere in Palestina, ma l’emergenza sanitaria ne ha impedito la realizzazione.

“L’incontro – ha concluso – è anche momento di restituzione di quanto è stato fatto in Palestina e testimonianza di quanto questi progetti non abbiano solo un impatto rilevante sull’Agenda 2030, ma anche su momenti di crisi come quelli generati dalla pandemia”.

Franco Brilli, dirigente del servizio Relazioni internazionali, finanza d’impresa, e internazionalizzazione del sistema produttivo della Regione Umbria ha evidenziato come “le attività di cooperazione siano sempre più rivolte e connesse con le attività produttive. La Regione Umbria ha una lunga esperienza di cooperazione internazionale e di sviluppo, definendo pratiche di successo”. Il dirigente Brilli ha sottolineato anche “l’ottimo esempio di collaborazione instaurata fra partner istituzionale diversi, in particolare tra Regione, Province e Comuni. Le attività realizzate rappresentano delle best practice”.

L’assessore al Comune di Assisi e membro Consiglio Direttivo FELCOS

Umbria, Simone Pettirossi, che ha portato il saluto della città, ha ricordato le collaborazioni in atto fra le due realtà, in particolare in ambito agricolo, artigianale e della creazione di percorsi turistici. “Il tema della cooperazione fra Enti locali – ha sostenuto - è fondamentale, perché crea collaborazioni alla pari e porta allo scambio di buone pratiche. L’Umbria è una terra di colline e olivi, molto simile alla Palestina e su questo occorre indirizzare nuove misure”.

Alessandro Mancini, coordinatore progetto FELCOS Umbria, ha rendicontato quanto è stato realizzato in questi anni, con “Bee the change”, “con uno sguardo al futuro, auspicando una continuità di cooperazione”. L’obiettivo di questo progetto – ha spiegato - è stato quello di “aumentare le opportunità di lavoro e reddito, in particolare, per giovani e donne nelle aree rurali di Ramallah e Jenin, attraverso il rafforzamento di settori produttivi endogeni ed ecosostenibili, l’apicoltura e la coltivazione di piante aromatiche e officinali. E ci siamo riusciti”.

Il sindaco del Comune di Arrabah, Ahmad Arda ha parlato della necessità di “promuovere tipi diversi di coltivazione, anche più sostenibili”.

Mentre, nel suo intervento, il sindaco del Comune di Gubbio, Filippo Maria Stirati ha raccontato un altro progetto di cooperazione in Palestina, sul tema della sicurezza nei cantieri di lavoro: “Guardo con grande legame politico, civile, istituzionale e culturale alla Palestina, un Paese verso cui nutriamo una straordinaria amicizia e solidarietà. Quella in Palestina - l’inaugurazione della scuola edile a Ramallah - è stata una delle esperienze più belle della mia vicenda di sindaco. Gubbio è città della pietra, con un centro storico medievale integro. La nostra comunità che si occupa di sicurezza, restauro della pietra e di attività edile è entrata in rapporto internazionale con la Palestina con grande gratificazione. La nostra Università di muratori che raccoglie secoli di esperienza di manualità e di restauro è il simbolo della nostra volontà e opportunità a rafforzare la collaborazione in atto”.

Guglielmo Giordano, titolare sede – Aics Gerusalemme ha parlato della “cooperazione degli Enti territoriali, relativamente recente, in Palestina, iniziata 3 anni fa, ma molto fruttuosa. Questo programma si è concluso con piena soddisfazione di tutti”.

Nel suo videomessaggio, il viceministro agli Esteri e Cooperazione internazionale, onorevole Marina Sereni ha definito il progetto “Bee the change” come “un esempio di cooperazione decentrata positiva nei confronti dei territori palestinesi, intervenendo concretamente e mirando a creare lavoro per giovani e donne, due fasce di popolazione che oggi soffrono di più e che sono le più vulnerabili sul piano occupazionale. Un progetto che interviene sulla sostenibilità ambientale, sull’agricoltura sostenibile in grado di costruire una relazione positiva con le municipalità palestinesi”. Ha poi annunciato “una conferenza nazionale sulla cooperazione, nella seconda metà dell’anno”.

Il Console d’Italia a Gerusalemme, Giuseppe Fedele ha raccontato della “forte identità dei palestinesi che li spinge a guardare con estremo interesse alla cooperazione decentrata, agli Enti locali, con particolare riferimento all’Italia. Le municipalità spesso risentono delle periodiche crisi di bilancio che l’autorità palestinese subisce, ma gli Enti locali palestinesi attribuiscono grande importanza a questi progetti. Sono rimasto colpito dalle parole di alcuni sindaci palestinesi che hanno sponsorizzato l’approvazione di progetti di Enti territoriali italiani”. Il Console ha anche aggiunto che sottoporrà a Roma una proposta: “la specialità del ruolo degli Enti locali palestinesi può suggerire una finestra ad hoc dedicata alla cooperazione degli Enti locali territoriali italiani, per evitare che i progetti confluiscano nel calderone con tutti gli altri”.

Musa Hadid, Sindaco di Ramallah e presidente Association of Palestianian Local Authorities ha chiesto un “riconoscimento al ruolo dei sindaci per localizzare e attuare l’Agenda 2030 sul territorio, perché i primi cittadini sono i migliori conoscitori delle priorità dell’Agenda”.

Pienamente concorde si è detta Simonetta Paganini, Responsabile Dipartimento Rapporti con Associazioni UE ed extra Ue e Cooperazione decentrata Anci che ha ripercorso le prime azioni di cooperazione in Palestina, risalenti a molti anni addietro: “il 2005 è stato il primo esempio di raccordo attorno al Tavolo “Le Ali della Colomba” fra Enti locali, per sostenere il processo di pace, dando maggiore rilievo al processo di decentramento in corso in Palestina. Lavorare alla pari per scambiare esperienze e portare tutto l’aiuto possibile a queste popolazioni è stata un’esperienza che ha segnato molti di noi e impegnato un forte finanziamento italiano, con 25 milioni per questa attività e altri 50 milioni su altre azioni. Risorse con cui sono stati finanziati tanti progetti”. Ha accolto con favore la proposta del Console Fedele, ragionandone insieme a tutti gli attori coinvolti nella Cooperazione internazionale.

Paganini ha anche anticipato una grande conferenza sulla cooperazione che si terrà a Bari, città del presidente di Anci, Antonio Decaro.

Il presidente di FELCOS, Francesco De Rebotti, concludendo i lavori, ha detto di “aver condiviso la visione del Console Fedele. Una linea che sento di fare propria, perché la cooperazione si trasformi in qualcosa di diverso da ciò che abbiamo conosciuto finora. Occorre uscire dalla logica dei bandi e intraprendere rapporti di continuità con territori come quello della Palestina, E’ un arricchimento reciproco, ancor più in momenti di grandi difficoltà come quello che stiamo vivendo”.

Il progetto “Bee the Change” è promosso dalla Regione Umbria e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Vede tra i partner ANCI Umbria, FELCOS Umbria, Comune di Foligno, APAU – Associazione dei produttori apistici umbri, APIMED – Federazione degli apicoltori del mediterraneo, Ponte Solidale, Agenzia Umbria Ricerche, CTM Altromercato, Equo Garantito - Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale, Cooperativa Apicoltori di Ramalla, Cooperativa Apicoltori di Jenin, AOWA - Association of Women’s Action.

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