PERUGIA - «E’ da diversi anni che incontro ragazzi e ragazze che frequentano gli studi professionali offerti dall’Istituto “Don Bosco”, preziosa realtà della nostra Chiesa che avvia al lavoro tanti giovani». Con queste parole il cardinale e presidente della Cei Gualtiero Bassetti, all’indomani della conclusione dell’Assemblea generale dei vescovi italiani in Vaticano, si è rivolto a più di 200 allievi dei Centri di formazione professionale “Don Bosco” di Perugia, Foligno e Marsciano, convenuti presso l’Istituto Salesiano del capoluogo umbro per l’annuale festa interreligiosa nel giorno in cui la Chiesa celebra Maria Ausiliatrice, il 24 maggio. Festa che ha avuto due momenti simbolici: l’accensione della lampada e l’albero d’ulivo piantato, segni di pace.

L’amico della formazione professionale.

Il cardinale Bassetti è intervenuto dopo essere stato introdotto dal direttore dell’Istituto Salesiano di Perugia, don Giorgio Colajacomo, che ha definito il presidente della Cei «amico della formazione professionale nel difenderla in ogni occasione e nel non far mancare mai il suo sostegno-incoraggiamento alle attività della famiglia salesiana rivolte ai giovani».

Don Giorgio, nel ricordare che la celebrazione della festa interreligiosa è incentrata su brani della Bibbia e del Corano, «è imperniata sul documento“Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato il 4 febbraio scorso da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahman Al-Tayyeb. Questa dichiarazione comune di buone e leali volontà invita tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi, a pregare, a lavorare insieme, per costruire la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli. Si chiede che diventi oggetto di ricerca e di riflessione in tutti gli Istituti che fanno formazione».

Per questo, ha spiegato il salesiano, «il “Don Bosco” di Perugia ne fa l’oggetto della preghiera interreligiosa per la pace dei suoi giovani che appartengono a 24 nazionalità diverse (gli italiani sono il 42%), alla religione cattolica per il 57%, a quella musulmana per il 30%, alla religione ortodossa per l’8%, alla evangelica e ad altre per il restante».

Senza lavoro c’è discordia e divisione.

Il cardinale Bassetti ha poi ringraziato «i Salesiani, presenti a Perugia da quasi cento anni, per aver sempre creduto in questo tipo di formazione offerta alle giovani generazioni. Negli Istituti Salesiani viene formato l’uomo, perché, come diceva Don Bosco, ognuno sia un onesto cittadino fedele della propria religione».

Il lavoro, ha proseguito il cardinale, «è l’attività fondamentale dell’uomo, perché sul lavoro è costruita la pace. Il lavoro produce la pace e se non c’è lavoro, c’è discordia e divisione. Sul lavoro è costruita la possibilità di farsi una famiglia e attraverso il lavoro l’uomo ha la possibilità di esprimere le proprie attitudini, quindi, la propria vocazione. L’uomo si realizza come persona e come sentimenti anche in tutto quello che fa».

La vocazione del Mediterraneo.

Il cardinale ha quindi raccontato ai giovani un’intuizione che ha avuto, quella di indire un convegno con i rappresentanti dei vescovi di tutte le nazioni bagnate dal Mediterraneo, che si terrà a Bari il prossimo gennaio. «Noi siamo mediterranei, abitiamo intorno a questo meraviglioso mare – ha commentato – dove si sono sviluppate le principali religioni e civiltà della terra.  Attorno al Mediterraneo è avvenuto un altro fatto, che è importante per tutti indipendentemente dalla propria fede: la prima diffusione del cristianesimo attraverso gli Apostoli. Il Mediterraneo ha una vocazione particolare, quella che tutti i suoi abitanti si sentano una famiglia, siano uniti fra di loro».

Le religiosi non dividono.

«Le religioni non dividono, come voi ragazzi avete detto, ma sono i fanatismi, gli egoismi, gli interessi particolari che dividono gli uomini. Le religioni che credono in un Dio creatore, che è provvidenza, che è misericordioso e che dà la pace sono nate attorno a questo mare. A Bari ci incontreremo come Chiese del Mediterraneo – ha spiegato il cardinale – per discutere i problemi più importanti che sono dinanzi a noi, come la situazione della Libia, del Medio Oriente, della Siria, del Libano con centinaia di migliaia di immigrati in fuga dai Paesi limitrofi. Il nostro mare dove è nato il Vangelo e dove è nata la religione islamica invoca la pace e, certamente, accanto alla pace ci sono tanti problemi che riguardano l’umanità: il fenomeno migratorio che è da sempre esistito; la povertà di nazioni in cui non c’è nemmeno il necessario per alimentarsi. Noi come Chiese del Mediterraneo abbiamo questa grande missione-vocazione, quella della pace di tutti gli uomini. Se noi crediamo in un Dio giusto, buono, misericordioso, che è alla base di tutte le principali religioni, è doveroso affrontare i problemi degli uomini».

I giovani sinceri costruttori di pace.

Il cardinale, prendendo spunto dall’immagine di Maria Ausiliatrice, particolarmente venerata da Don Bosco, si è anche soffermato sulla figura della Beata Vergine «che ci ama e ci protegge tutti – ha ricordato –, esaltata nel Vangelo, nella Bibbia e nel Corano. I mussulmani hanno un grande affetto e rispetto per la Madonna, una bellissima testimonia di fede, come anche per i nostri santi. Una molto sentita dai fratelli islamici è santa Rita. Una mia amica, che si chiama Rita, una musulmana del Marocco, si reca spesso a Cascia in pellegrinaggio».

Rivolgendosi ai numerosi allievi del “Don Bosco”, il cardinale ha commentato: «Alla fine è più quello che ci unisce di quello che divide e se c’è qualcosa che divide, diceva papa Giovanni XXIII, dobbiamo toglierlo, perché va messo in evidenza quello che ci unisce, per costruire una vera famiglia umana basata sulla giustizia, sull’amore e sulla pace. Il profeta Isaia ha detto che verrà un giorno, ed io ci credo, in cui l’amore, la giustizia e la pace si incontreranno sulla terra e si baceranno e si abbracceranno fra di loro. Grazie ragazzi e ragazze, anche per la vostra attenzione, voi siete dei sinceri costruttori di pace».

 

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