"Dopo l’incostituzionalità ed il fallimento della legge regionale sulla semplificazione amministrativa - si legge in una nota di Urbano Barelli, Presidente di Italia Nostra di Perugia - prosegue incessante l’attività di confusione normativa sull’urbanistica in danno del territorio e del paesaggio umbro. I consiglieri regionali Smacchi, Barberini e Galanello del Pd invocano una legge regionale per gli abusi edilizi nelle zone agricole e, con parole veementi, dichiarano che al riguardo “non sono più tollerabili indecisioni”. Sì perché loro da anni chiedono di intervenire sugli abusi edilizi e nessuno li ascolta, anzi hanno trovato nel capogruppo del Pd Locchi un fermo, quanto inatteso, oppositore."

“In Umbria – spiegano i tre - sono stati recensiti circa 54mila fabbricati non dichiarati. Di questi è ragionevole supporre che almeno 15mila siano strutture abusive che deturpano il nostro prezioso territorio”. Quale è la soluzione che propongono? Quella di tutelare il paesaggio e demolirli come prevede la legge? No di certo, ma quella di modificare la legge per legalizzarli. Una proposta di legge che speriamo non sia approvata, non fosse altro che per l’evidente incostituzionalità e per quel minimo di dignità che la carica di consigliere regionale impone.

"La proposta di legge dei tre consiglieri regionali - continua la nota di Barelli - fa il paio con quella presentata dall’assessore Rometti (infaticabile assessore contro l’ambiente) il quale si è distinto nel recente passato nella difesa della sanatoria edilizia nei boschi di Magione. Come si ricorderà, contro tale sanatoria Italia Nostra è stata costretta a rivolgersi al Governo per vederla impugnare davanti alla Corte costituzionale, e solo allora il Consiglio regionale ha deciso di abrogarla. In quell’occasione, Italia Nostra aveva chiesto al Consiglio regionale di accertare le responsabilità di quanto accaduto o comunque di ruotare i responsabili dell’ufficio urbanistica della Regione Umbria per evitare che ciò accadesse di nuovo."

"Nulla invece è stato fatto - incalza Barelli - ed ecco arrivare la nuova proposta di legge sulla “perequazione urbanistica”. Neanche questa volta il competente ufficio regionale si è risparmiato ed ha scritto ben 51 articoli (perlopiù incomprensibili), 38 dei quali di modifica di precedenti articoli o commi o singole parole di una nutrita serie di leggi e leggine. Lo spazio di questo articolo non è sufficiente per dare conto di tutta la pessima proposta di legge, ma merita di essere segnalata la singolare attenzione dedicata agli animali da compagnia."

"Qualche pignolo - prosegue il Presidente di Italia Nostra di Perugia - potrebbe dire che gli animali non c’entrano nulla con l’urbanistica, ma non è così. Il fantasioso e fervido ufficio urbanistica regionale e l’assessore Rometti hanno invece pensato che sia arrivato il momento di dare un ricovero ai poveri animali da compagnia: cani, gatti, pappagalli, pesci rossi, tartarughe, criceti, cavalli, e perché no, anche iguana, serpenti, e più raramente - si legge in wikipedia - ragni e scorpioni. Insomma, non essendo indicato nella legge regionale un qualche criterio per distinguerli, il risultato è che qualsiasi animale può essere scelto per avere compagnia. Di che cosa ha bisogno un animale da compagnia? Ma di un ricovero, è evidente! Ecco quindi che l’articolo 38 della proposta di legge si dilunga nella puntigliosa disciplina dei “ricoveri per cani a scopo amatoriale, ludico e sportivo e senza fini di lucro” in zona agricola. Nell’articolo si prevede che il ricovero per i cani non può superare i 100 metri quadrati, e se per qualcuno 100 mq. sono pochi perché, magari, ha un cane da compagnia molto grande come un San Bernardo (razza che probabilmente l’ufficio regionale ritiene molto diffusa nelle campagne umbre), nessun problema perché è previsto che le dimensioni possano essere aumentate “in una misura non superore al doppio!"

"Ma è possibile che, con la gravissima crisi economica che stiamo attraversando - conclude il Presidente di Italia Nostra di Perugia - i consiglieri ed assessori regionali invece di approvare il fretta il Piano paesaggistico fermo da più di un anno e tutelare il paesaggio come unica risorsa dell’Umbria, si distinguano per le sanatorie degli abusi edilizi e l’edificazione in zone agricole? Forse allora non hanno tutti i torti coloro che ritengono che le piccole regioni debbano essere cancellate insieme a tutta la loro inutile e spesso dannosa burocrazia e legislazione; chissà che non sia l’unico modo per realizzare quella semplificazione amministrativa fallita con la legge regionale n.8 del 2011 e per evitare ulteriori danni al paesaggio e all’economia dell’Umbria."

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