PERUGIA - Il quadro che emerge e' di rallentamento dei segnali di ripresa e di aumento dell'incertezza. Una situazione che provoca effetti negativi sulle scelte future delle imprese. Qualche segnale positivo, pur se ancora i dati sono inferiori ai livelli precedenti la crisi, arriva dall'export e dai flussi turistici. Ad una debolezza congiunturale fa seguito anche una debolezza dell'espansione dei prestiti bancari. Nel 2011, secondo quanto evidenziato dall'aggiornamento congiunturale del rapporto della Banca d'Italia sull'economia umbra, il recupero dell'attivita' economica regionale ha progressivamente perso vigore. Il quadro congiunturale difficile e caratterizzato da forte incertezza si riversa - come evidenziato dal sondaggio condotto nel mese di ottobre su un campione di imprese regionali con oltre 20 addetti - anche sulle imprese umbre, ''con i segnali di ripresa emersi alla fine del 2010 che si sono progressivamente affievoliti nel corso di questi ultimi mesi''. ''Le prospettive per il futuro da parte delle imprese - ha affermato il direttore della filiale di Perugia - sono meno favorevoli di quelle individuate nel rapporto di giugno 2010 e le attese sono quelle di una crescita vicino allo zero''.

Molto indicativo il dato relativo all'industria. Il fatturato, sostenuto dalle esportazioni, e' risultato in aumento per la meta' delle imprese nel primo semestre del 2011. A questo recupero degli ordini e della produzione e' seguita pero' nel secondo semestre una fase di rallentamento, con la quota di imprese che hanno segnalato un aumento delle vendite che e' scesa ad un terzo. L'evoluzione del quadro su un orizzonte piu' ampio, secondo quanto riportato nello studio della Banca d'Italia, presenta quindi prospettive non ottimistiche: ''I piani degli imprenditori per i prossimi mesi - viene sottolineato - risentono in misura significativa anche delle recenti turbolenze dei mercati finanziari''. Di conseguenza, come evidenziato dall'aggiornamento, con l'incertezza e con lo sgonfiarsi delle aspettative delle imprese anche gli investimenti hanno subito una ristagnazione. Ad andare meglio sono le imprese con oltre 50 addetti, con la ripresa che si e' limitata alle sole imprese esportatrici (solo il 7% di queste ha avuto il calo del fatturato). Nei primi sei mesi del 2011 le imprese umbre hanno esportato beni e servizi per un valore di 1,8 miliardi di euro, in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2010, anche se ancora non sono stati recuperati i livelli osservati prima della crisi. Il settore piu' in difficolta' e' ancora l'edilizia, con le imprese che vedono aggravare la situazione soprattutto nel comparto residenziale.

Le prospettive per il 2012 vedono ancora il volume di produzione in forte calo, come nel 2011. Relativamente all'occupazione, il contenuto recupero di questa e' stato circoscritto, come detto, ai lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato. Nel primo semestre del 2011 il tasso di disoccupazione si e' attestato al 6,8%, come sostanzialmente stabile e' rimasto il tasso di occupazione (62,3%), con il ricorso agli ammortizzatori sociali che e' rimasto, nei primi nove mesi dell'anno, sui livelli del corrispondente periodo del 2010. Per quanto riguarda i servizi non finanziari, il fatturato delle imprese con almeno 20 addetti e' rimasto sui livelli dell'anno precedente, con le prospettive a breve termine che indicano una sostanziale stabilita' delle vendite. In questo quadro, il commercio ha risentito dell'andamento negativo della distribuzione tradizionale, mentre qualche segnale positivo arriva dal turismo, con i flussi che sono aumentati pur restando inferiori ai livelli precedenti la crisi (in particolare per quanto riguarda l'aeroporto regionale il numero dei passeggeri e' aumentato di oltre il 60%). Il rapporto della Banca d'Italia rivela, inoltre, come ad una debolezza congiunturale corrisponda una debolezza dell'espansione dei prestiti bancari.

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PERUGIA - "Per l'economia umbra i segnali di ripresa che erano emersi alla fine del 2010 si sono progressivamente affievoliti nel corso dell'anno". Lo si legge nell'aggiornamento congiunturale della Banca d'Italia per l'Umbria, presentato stamattina nella sede regionale, a Perugia, che esamina l'evoluzione del quadro economico nel primi sei mesi del 2011.

"Nell'industria - sostiene l'indagine -, al recupero degli ordini e della produzione nel primo semestre del 2011 ha fatto seguito un marcato rallentamento nei mesi successivi. Le prospettive appaiono improntate a una elevata incertezza; i piani degli imprenditori per i prossimi mesi hanno risentito in misura significativa delle recenti turbolenze dei mercati finanziari". L'indagine di Bankitalia, in presenza di una capacita' produttiva ancora sottoutilizzata, rimarca come "gli investimenti hanno ristagnato e il contenuto recupero dell'occupazione e' stato circoscritto ai contratti di lavoro a tempo determinato". Il tasso di occupazione e' al 62,3 per cento, mentre quello di disoccupazione al 6,8, sostanzialmente stabile rispetto al 2010. Un lavoratore su quattro e' a tempo determinato o part-time.

Nel frattempo, "si sono aggravate le difficolta' nell'edilizia, soprattutto nel comparto residenziale". Nei servizi, il commercio ha risentito dell'andamento negativo della distribuzione tradizionale, mentre i flussi turistici, pur restando inferiori ai livelli precedenti la crisi, sono aumentati. Per cio' che riguarda il credito, invece, "l'espansione dei prestiti e' stata rallentata dall'andamento dei finanziamenti alle famiglie, soprattutto da parte dei primi cinque gruppi bancari nazionali". Questo perche' "in presenza di una domanda ancora debole e finalizzata prevalentemente alla ristrutturazione delle posizioni in essere, le banche hanno reso piu' selettive le condizioni di accesso al credito, intervenendo soprattutto sui costi". Nel frattempo, "si e' accentuato il deterioramento della qualita' del credito, in particolare al comparto produttivo". E' proseguito, infine, il calo dei depositi bancari delle famiglie: nei primi sei mesi del 2011 la diminuzione e' del 2,3 per cento.

 

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