PERUGIA – In Terza commissione audizione dell’assessore Giuseppe Chianella richiesta dal consigliere Sergio De Vincenzi (gruppo misto-Umbria Next) per avere “chiarimenti sui termini di accesso al bando per l’erogazione dei contributi pubblici per l’acquisto della prima casa da parte di coppie, famiglie monoparentali e single residenti in Umbria”.

De Vincenzi aveva già rivolto il quesito all’assessore in una precedente seduta di question time rilevando che “sono quattro le grandi criticità che rendono il bando poco accessibile, soprattutto per le famiglie con più di due figli a carico. Innanzitutto il budget complessivo erogato: 500mila per tutta l’Umbria, di cui solo 350mila riservati a coppie coniugate o conviventi. Un importo esiguo e poco rispondente all’eventuale flusso di domande, considerando che ogni contributo andrà a coprire il 30 per cento del costo della casa da acquistare, per un numero massimo prevedibile di 10/18 domande accoglibili. Una seconda criticità è rappresentata dall’attestazione di reddito (Isee) richiesta, che per le famiglie dovrà oscillare fra i 7mila e i 23mila 500 euro complessivi, mentre per i single tra i 7 e i 18 mila euro. Se per quest’ultima categoria di persone l’Isee è adeguata – ha detto De Vincenzi - quella stabilita per i nuclei familiari, nei quali entrambi i genitori percepiscono un reddito, rischia di tagliare fuori moltissime famiglie che, anche se superassero il tetto, non possono di certo dirsi ricche e non bisognose di un sostegno per l’acquisto di una casa. Inoltre l’abitazione da acquistare dovrà avere una ‘superficie utile’ non superiore ai 95 metri quadri. Questo significa che una famiglia con più di tre figli a carico non potrà accedere al bando, in quanto bisognosa di spazi vitali maggiori. Infine viene favorito e incentivato (10 punti) l’acquisto di abitazioni all’interno dei centri storici di Perugia e Terni, ma per le famiglie acquistare una casa in un centro storico potrebbe essere incompatibile con i ritmi di vita e di gestione legati alle attività sociali che in molti territori sono state dislocate esternamente. Nei prossimi bandi non si potrà non tenere conto di tutto questo”.

L’assessore Chianella, coadiuvato dal dirigente regionale Diego Zurli, ha risposto che il bando “punta sull’aspetto della rivitalizzazione dei centri storici, ma si può discutere, per il futuro, delle esigenze delle famiglie numerose, pur dovendo restare dentro ciò che prevede la legge. Per quanto riguarda le limitazioni della superficie a 95 metri quadrati, esse sono stabilite da legge nazionale che norma gli alloggi assegnati con il contributo dello Stato. Oltre quella metratura, a livello catastale, parliamo di case di lusso. Fanno eccezione alla limitazione di 95 metri gli alloggi recuperati, che hanno già caratteristiche definite. Un intervento sarà possibile se lo Stato ci darà risorse per poterlo fare. In un trend costante di continua diminuzione delle risorse per l’edilizia a canone sociale, i programmi si sono rarefatti. L'Italia ha la più bassa percentuale di edilizia residenziale sociale e c’è una fascia sociale che non può accedere all'edilizia residenziale perché si trova in una situazione appena al di sopra di quanto prevede la legge per l’assegnazione di alloggi. Auspichiamo che qualcosa si faccia, anche se nell’ultima campagna elettorale nessuno ha parlato di problemi di edilizia residenziale o proposto modifiche alla normativa nazionale”.

 
 

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