Da bambino odiavo Maradona. I bambini non hanno mezze misure, i tifosi di calcio nemmeno, un bambino tifoso è una sentenza continua: Maradona, per me, era un nemico. Mi faceva paura, mi faceva incazzare, di lui non mi piaceva niente. Come Platini, come Van Basten, ma di più, perché era enormemente più forte.
Quando ho cominciato a crescere, e a vedere il mondo con altri occhi, ho capito chi era e cos'era Maradona, e cosa e chi rappresentava. La retorica riduttiva di queste ore non mi piace un granché, come molto di Maradona ha continuato a non piacermi anche negli ultimi trent'anni (stava quasi sempre dalla parte giusta, ma diceva parecchie cose sbagliate, ed è stato un pessimo allenatore di calcio), ma la grandezza di quest'uomo, sul campo e fuori, è stata ed è smisurata.
I due gol contro l'Inghilterra, a Mexico '86, sono né più né meno un condensato di tutto ciò che può essere il calcio, e che solo ogni tanto riesce ad essere la vita: genio, epica, frode e riscatto, giustizia e ingiustizia, pura bellezza. Per me Maradona è e rimarrà sempre quello, un uomo fatto apposta, in ogni singolo frammento del corpo e della mente, per giocare a pallone, e per godersi la vita in un modo che il posto e il tempo in cui era nato non avevano previsto.
 

 

così Giovanni Dozzini su facebook

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