ROMA - All'indomani delle manganellate assestate ieri a Roma, durante la manifestazione dei lavoratori dell'Ast di Terni, dove alcuni partecipanti al corteo sono rimasti feriti, il governo convoca a palazzo Chigi i sindacati e il premier Matteo Renzi, presente all'incontro, garantisce: su quanto accaduto ieri "faremo verifiche e prenderemo atti conseguenti". 

Ma la tensione con la Cgil resta alta. Susanna Camusso si rivolge al presidente del Consiglio e lo esorta "ad abbassare i manganelli dell'ordine pubblico". Renzi assicura ai sindacati che "portare a casa la vicenda Terni e' un imperativo morale" per il governo, ed invita a "separare la vertenza sulle acciaierie di Terni "dal confronto politico", cercando di tranquillizzare le parti sociali sul fatto che "non vogliamo fare a meno del indacato sulle trattative aziendali. Vogliamo dare garanzie sul piano industriale per Terni, vi chiedo un confronto serio, nel merito".

Intanto, oggi pomeriggio il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha riferito in Parlamento sugli scontri di ieri, ma non si placa la polemica politica e il leader di Sel, Nichi Vendola, ritiene sia "indecente" che il titolare del Viminale resti al suo posto.

Al termine del vertice a palazzo Chigi, il sottosegretario Graziano Delrio ha ribadito che il governo "e' impegnato nel trovare una soluzione della vertenza", e ha assicurato: "nessuno ha mai detto di alzare manganelli contro i lavoratori, questo governo non alza i manganelli contro i lavoratori".

Quanto ai dettagli, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha elencato i punti su cui si sta trattando con l'azienda: Un nuovo piano industriale che salvaguardi il livello di produzione su due forni e preveda un massimo di 290 esuberi a fronte degli oltre 500 previsti oggi.

Guidi ha sottolineato che l'azienda sarebbe pronta a garantire una produzione "su entrambi i forni, su uno al massimo e sull'altro con una turnazione che consente di mantenere una integrita' produttiva". Sul fronte dell'impatto occupazionale, l'azienda ha parlato di un limite "minimo", ha aggiunto Guidi, con un livello massimo di 290 esuberi: "Contando le mobilita' volontarie, restano sul tavolo 140-150 esuberi" ha sottolineato.

Il ministro ha anche annunciato che un nuovo tavolo sara' convocato al piu' presto. "Siamo pronti a sederci ad un tavolo se l'azienda confermera' un nuovo piano industriale purche' l'azienda tolga dal tavolo il vecchio piano industriale", ha detto il lader della Fiom Maurizio Landini.

"Prendiamo atto della disponibilita' ma vogliamo avere un riscontro e vedere il piano modificato in questo senso", ha detto invece il segretario nazionale Uilm, Mario Ghini, mentre per il segretario generale della Fim-Cisl, Giuseppe Farina, "se nel tavolo verranno confermate le positive anticipazioni ci sono tutte le condizioni per consentire la ripresa e la positiva conclusione della trattativa". 

Intanto, il comitato centrale della Fiom ha dato indicazione di realizzare "fermate e assemblee in tutti i luoghi di lavoro e iniziative sul territorio", a partire dalla giornata di domani, "per rispondere ai gravi fatti accaduti ieri a Roma durante la manifestazione degli operai di Terni". 

E' quanto si legge nel documento conclusivo approvato oggi: "Rispondiamo con la mobilitazione all'aggressione contro i lavoratori che manifestavano pacificamente per difendere la fabbrica e il posto di lavoro e alle falsita' contenute nel comunicato della Questura di Roma che cerca di addossare la colpa ai lavoratori", si afferma.

La Fiom ha anche deliberato uno sciopero generale di otto ore per il mese entrante, "nell'ambito delle decisioni prese a Cervia dall'Assemblea nazionale della Fiom e come prosecuzione della mobilitazione avviata dalla Cgil con la manifestazione del 25 ottobre". "Cio' - si legge nel documento conclusivo del omitato - a sostegno e in preparazione dello sciopero generale di tutte le categorie, per contrastare le misure contenute nel 'jobs act' e per rivendicare scelte diverse di politica economica e industriale, che la Cgil decidera' nel proprio direttivo gia' convocato il prossimo 12 novembre". Lo sciopero sara' articolato in "almeno due grandi manifestazioni nazionali da svolgersi indicativamente il 14 novembre a Milano e il 21 novembre a Napoli".

Dalla Cei, intanto, arriva un'esortazione: quella degli operai "e' una voce da prendere con tanta serieta'", ha raccomandato il presidente cardinale Angelo Bagnasco.

 

Condividi