(Avi News) ASSISI – Modellare con la creta una mela o una pera, schiacciarla su un piano per renderla bidimensionale e poi, armati di cordoncino e spilli tracciarne il contorno su una tavoletta di gommapiuma. Il tutto bendati per immergersi nella realtà di un allievo con deficit della vista. È stato il compito assegnato, venerdì 23 gennaio, ai trenta insegnanti che stanno partecipando al corso di formazione tiflologia ‘L’alunno non vedente e ipovedente nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria’, promosso e realizzato dall’Istituto per la ricerca e la formazione e la riabilitazione (Irifor) Umbria in collaborazione con il Centro di consulenza tiflodidattica (Cct) di Assisi e il sostegno economico della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia.

“Gli obiettivi – ha spiegato Francesca Piccardi, responsabile del Cct di Assisi – sono di tipo formativo e interessano insegnanti curriculari, di sostegno, operatori scolastici e domiciliari impegnati con bambini non vedenti e ipovedenti nella nostra regione. Forniamo loro un set di metodologie relative all’uso di vari strumenti tiflodidattici ma anche di conoscenze in merito alle modalità utili a rapportarsi con ragazzi con deficit visivo”.

Il corso è iniziato ad ottobre 2014 ed è della durata di 120 ore in totale, 60 di lezioni teoriche e ulteriori 60 di attività laboratoriali. Attualmente, gli insegnanti coinvolti, provenienti da tutta la regione, hanno sostenuto la parte teorica e il primo laboratorio, quello di Braille. Sono in corso, invece, i percorsi formativi di disegno in rilievo e costruzione di libri tattili, mentre a febbraio si terranno quelli di matematica e informatica.

“Quest’anno – ha sottolineato Piccardi – siamo riusciti a fornire un percorso veramente completo perché, accanto ad una parte teorica che abbiamo sempre, in qualche misura, erogato abbiamo potuto dare ampio spazio alla parte pratica, con l’utilizzo di strumenti dedicati a questa tipologia di allievi. Le difficoltà del settore didattico specifico sono ancora molte. Purtroppo la formazione degli insegnanti di sostegno in merito alla minorazione visiva non è sempre stata adeguata. Cerchiamo di tamponare un po’ la situazione guardando al fatto che, comunque, negli ultimi anni, tanti soggetti del mondo dell’istruzione, con Irifor e Cct, anche l’Università degli Studi di Perugia, per esempio, hanno dato più spazio alla tiflologia. La speranza, certo, è che negli anni gli insegnanti di sostegno con l’incarico su bambini non vedenti siano sempre più preparati”.

Maria Cristina Costanza

 

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