L'articolo 18 "non puo' essere oggetto di discussione. A meno che non pensino di estenderlo"; "penso che dietro questo giochino di dire che non deve essere un tabu' ci sia l'idea, che non condividiamo e non condivideremo, secondo la quale per combattere il dualismo del nostro mercato del lavoro si debba intervenire sulle tutele di chi e' gia' occupato". Intervistata da 'la Repubblica' e la Stampa', il leader della Cgil Susanna Camusso risponde al premier Mario Monti che ieri, parlando dell'articolo 18, ha detto: 'non e' piu' un tabu''. Per il segretario nazionale della Cgil, tuttavia, "le parole di Monti contengono una novita': per la prima volta e finalmente parla di un negoziato tra il governo e le parti sociali. Finora non si era mai posto in questi termini".

Quindi riprende la sua riflessione: "Noi continuiamo a non essere d'accordo su questa analisi" perche' "l'articolo 18 non puo' essere un tema di discussione ne' in partenza del negoziato, ne' a conclusione. Ormai in Italia si pensa che si possa licenziare per motivi economici. Invece non e' vero". E ancora, per Camusso l'articolo 18 e' "una norma di civilta', anche se a qualcuno da' fastidio". E conclude ribadendo: "Diremo no al contratto unico per che' contiene un inganno: introduce solo un nuovo modello senza colpire la proliferazione della flessibilita'".

Fonte: Agi

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