«Se effettivamente c'è il reintegro e senza trucco possiamo dirci soddisfatti. Se è così, questa è una nostra vittoria. Ma aspettiamo il testo ufficiale e la garanzia però l'avremo solo dal Governo». Lo ha detto Carla Cantone, segretario generale Spi-Cgil, ad Agorà su Rai Tre commentando le modifiche annunciate dal premier Mario Monti.

Se sarà questa la posizione della CGIL rispetto ad una riforma che per come è costruita non fa altro che aumentare i licenziamenti utilizzando solo formalmente la questione del reintegro allora vuol dire che c'era una volta un sindacato...

Come funzionerà il meccanismo è presto detto:

a) l'azienda licenzia il lavoratore “per motivi economici”;

b) entro 7 giorni la direzione territoriale del lavoro convoca azienda e lavoratore per la “conciliazione obbligatoria”, che ha per obiettivo la determinazione di un indennizzo condiviso da entrambe le parti;

c) se non c'è l'accordo il lavoratore può ricorrere al giudice;

d) il quale dovrà però valutare se la motivazione economica sia valida (o nn nasconda in realtà intenzioni “discriminatorie”) secondo una “tipizzazione” molto più rigida dell'attuale, in modo da togliergli la “libertà” di interpretare la legge;

e) se il giudice non troverà motivi per contestare la causale scelta dall'azienda, darà il via libera al licenziamento e il lavoratore – che aveva avuto l'ardire di ricorrere alla magistratura – perderà anche l'indennizzo.

Non serve essere degli esperti di diritto sindacale per capire che, con questa mannaia messa alla fine del percorso, i lavoratori saranno “disincentivati” dal ricorso alla magistratura. La domanda che si dovranno porre subito sarà infatti: “prendo questi quattro soldi sicuri o vado avanti rischiando di perdere tutto?”

Bella vittoria...

Fonte: controlacrisi.org

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