PERUGIA - Dalla recente analisi dei bilanci delle top aziende regionali presenti nell’ultima edizione dell’Annuario Economico dell'Umbria 2011-2012, il distretto Ternano è quello che risulta aver lasciato sul terreno più fatturato: -24,17%. A seguire la Media Valle del Tevere che registra un –19,81%, l’Orvietano e Assisi-Bastia con un -8,74%.

Il Trasimeno e la Valnerina solo gli unici che hanno un segno positivo. Ma il peso delle aree sul Pil regionale è davvero residuale.

"Numeri che non lasciano spazio a interpretazioni. L’Umbria è in frenata anche e soprattutto nei distretti tipicamente vocati all’industria – sottolinea Giovanni Giorgetti dal ‘Centro Studi Economico e Finanziario ESG89’ – Si restringe il novero delle società che chiudono il bilancio in attivo e, dato ancor più preoccupante, è la forte contrazione nei valori della redditività che vedrà probabilmente limitare in futuro gli investimenti. Iniziano poi a pesare fortemente gli oneri finanziari, anche alla luce dei recenti incrementi da parte della BCE dei tassi di riferimento a causa dell’acuirsi dell’inflazione in Europa, soprattutto dovuta alla speculazione sulle materie prime con in testa i prodotti petroliferi".

Nella Media Valle del Tevere circa il 40% delle società soffre con il sistema del credito registrando in bilancio una posta degli oneri che rapportata al fatturato supera la soglia del 3%. A seguire Foligno e lo Spoletino, rispettivamente con il 32% e il 30,7%. Mentre per quanto riguarda la redditività è il distretto di Amelia ad essere più virtuoso con l’87% delle compagini che chiudono in attivo, seguito dal Trasimeno e dall’Eugubino.

Nelle ultime posizioni il Perugino con il 65% e ancora lo Spoletino con il 64,62%.

In positivo il dato aggregato rispetto all’esercizio precedente solo per l’Eugubino, la Valnerina e Amelia. Per Gubbio, il dato è fortemente condizionato positivamente dal risultato della Financo Srl, la finanziaria della famiglia Colaiacovo.

"Il dato più confortante sembra essere quello relativo al Patrimonio Netto aziendale – prosegue Giovanni Giorgetti - In quasi tutti i distretti risulta essere in crescita rispetto all’esercizio precedente a significare che gli imprenditori stanno continuando a credere nelle proprie aziende e quindi o non hanno distribuito gli utili prodotti oppure hanno deciso di mettere ‘mano al proprio portafoglio’. Le scelte strategiche che le imprese faranno in questi anni saranno determinanti per il proprio futuro. Il mercato interno e i relativi consumi, sicuramente nei prossimi anni non decolleranno anche in relazione all’ultima gravosa manovra finanziaria del Governo, quindi le imprese dovranno operare attivamente per ricercare nuovi sbocchi commerciali esteri, possibilmente anche verso aree non convenzionali. La crisi non è regionale, né tantomeno nazionale, ma globale. Quindi si impongono nuove strategie commerciali e di marketing, tagli ai costi improduttivi, investimenti in tecnologia e innovazione e pari capacità finanziaria. Una grande sfida.".

Da ultimo il ‘peso’ in termini economici delle aree regionali analizzate. Il distretto del perugino pesa per il 29% sul totale regionale, seguito dal Ternano con il 16,80% e la Valtiberina con quasi l’11%. Amelia e la Valnerina in coda.

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