PERUGIA - Non raggiungono la sufficienza ne' Perugia ne' Terni per il lavoro svolto nelle attivita' di mitigazione del rischio idrogeologico. Conquista otto in pagella, invece, il Comune di Torgiano che si e' dotato di un Piano di delocalizzazione di abitazioni dalle aree soggette a pericolo. Maglia nera al comune di Calvi dell'Umbria. Lo rivela il nono rapporto di ''Ecosistema rischio 2011'', indagine realizzata nell'ambito di Operazione fiumi 2011 e realizzata da Legambiente e Dipartimento di Protezione civile. I risultati sono stati illustrati oggi, a Perugia, in una conferenza stampa. Il presidente di Legambiente Umbria, Alessandra Paciotto ha sottolineato come ''gli interventi di messa in sicurezza siano concepiti sulla strordinarieta' e non sulla ordinarieta' degli eventi''.

Riguardo ai due capoluoghi di provincia e' stato evidenziato che non hanno provveduto all'aggiornamento dei Piani di emergenza di protezione civile e, nel caso di Perugia, non sono state attivate azioni di delocalizzazione di strutture presenti nelle zone a rischio. In tutti i 92 Comuni della regione sono state individuate aree classificate a rischio frana o alluvione dal ministero dell'Ambiente e dall'Unione delle Province italiane 2003. L'indagine conferma questa situazione ed evidenzia come ''l'88% dei comuni intervistati - ha spiegato Giorgio Zampetti, coordinatore scientifico nazionale di Legambiente - abbia nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimita' degli alvei e in aree a rischio frana''.

''Nel 21% dei casi - aggiunge - sono presenti interi quartieri, nel 71% strutture e fabbricati industriali. Sempre nel 21% dei casi sono individuate strutture sensibili, quali scuole o ospedali e nel 38% strutture ricettive turistiche o commerciali''. A fronte di questa situazione, solo due comuni umbri hanno intrapreso azioni di delocalizzazione, ''unica risposta efficace e risolutiva del problema''.

Passa l'esame, invece, l'83% dei comuni intervistati per la predisposizione di un Piano di emergenza, che e' stato aggiornato negli ultimi due anni nel 63% dei casi. Il 79% dei comuni ha recepito il sistema di allertamento regionale e nel 46% dei casi sono attivi sistemi di monitoraggio per l'allerta tempestiva in caso di pericolo di alluvione o frana. La Paciotto si e' poi soffermata, insieme alla presidente del Circolo Legambiente Perugia Annarita Guarducci, sul ''caso Tevere''.

''La costruzione o l'ampliamento di arginature, proposta dalla Provincia di Perugia su un tratto del fiume, a Ponte Valleceppi - hanno sostenuto -, ci trova in totale disaccordo. Una soluzione che, peraltro, contrasta con il 'Patto per il territorio' sottoscritto da Legambiente e Anci Umbria, basato su impegni reciproci concreti e proposte d'intervento per un corretto uso del suolo''. ''La realizzazione di nuovi argini - ha aggiunto Guarducci - non e' una risposta alla domanda di sicurezza degli abitanti di quelle zone. E' un intervento a spot che puo' creare persino maggiori danni a valle del fiume''.

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