MODENA - "Il primo novembre 2007, un ladro, Rudy Guede, è entrato nel mio appartamento, ha violentato e ha ucciso Meredith. Ha lasciato tracce di dna e impronte. È fuggito dal Paese, processato e condannato. Nonostante ciò un numero importante di persone non ha sentito il suo nome, questo perché pm, polizia e giornalisti si sono concentrati su di me. I giornalisti chiedevano di arrestare un colpevole. Hanno indagato me mentre Guede fuggiva".

Così Amanda Knox dal palco del Festival della Giustizia penale a Modena. Capelli sciolti, la voce commossa e rotta, più volte, dal pianto e dal bisogno di riprendere fiato e bere un sorso d'acqua.

"Sto pensando al mio pm, Giuliano Mignini - ha detto Amanda - vorrei avere un faccia a faccia con lui, al di fuori del ruolo di buono e di cattiva". "Spero che, se ciò accadrà, anche lui riesca a vedere che anche io non sono un mostro, ma semplicemente Amanda".

Giustizia per Meredith? "No", ha risposto Amanda durante il talk con giornalisti e avvocati, "non è più viva".

Mignini: “Non credo possibile un incontro con Amanda. Ho sempre svolto il mio lavoro con onestà".

"Valuterò ma non credo proprio che sia possibile incontrarci": è stata questa la prima reazione del magistrato Giuliano Mignini, che ha coordinato da subito le indagini sull'omicidio di Meredith Kercher, alle parole di Amanda Knox. La quale ha detto di volere un faccia a faccia con lui. "E' stato sostenuto per anni che ero un mostro - ha aggiunto Mignini-, ci voleva Amanda Knox per dire che non è vero...". Mignini, ora alla procura generale di Perugia, ha quindi ribadito di "avere sempre svolto il suo lavoro con onestà". 

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