di Armando Allegretti e Nicola Bossi

PERUGIA - Dopo la sentenza di ieri Amanda Knox saluta l'Italia e torna a casa negli Stati Uniti. Il jet privato che sarebbe stato messo a sua disposizione si è rivelato una bufala mediatica: la ragazza e la sua famiglia sono partiti da Roma-Fiumicino con il volo (in ritardo) delle 11.45 della British Airways, direzione Londra-Heathrow, dove arriveranno verso le 14 e faranno scalo prima di reimbarcarsi verso Seattle.

La Knox ha passato la notte in un albergo romano, quindi stamattina verso le 9.30 è arrivata all'aeroporto Leonardo da Vinci ed è stata ospitata in una saletta particolare, sotto protezione, per evitare curiosi e contestazioni. Qualche ora di anticipo anche per disbrigare alcune pratiche burocratiche, tra le quali il rinnovo del passaporto scaduto più di tre anni fa.

A sorvegliare su Amanda c'era un gruppo di poliziotti italiani in borghese, ma probabilmente anche agenti dell'Ambasciata americana, gli stessi che ieri sera dopo la sentenza l'hanno prelevata dal carcere di Capanne di Perugia e accompagnata in un'albergo romano, già prenotato nel primo pomeriggio di ieri (scarcerazione preannunciata? n.d.r.)

"A tenermi la mano e a offrirmi del sostegno e del rispetto attraverso le barriere e le controversie c'erano degli italiani. C'era la Fondazione Italia-Usa, e molti che hanno condiviso il mio dolore e che mi hanno aiutato a sopravvivere con speranza". Sono le ultime parole di Amanda Knox in Italia, una sorta di messaggio di addio consegnata prima di partire dall'aeroporto di Roma direttamente all'associazione Italia-Usa che si è sembra battuta per la sua scarcerazione.

"Sono sempre grata della loro premurosa ospitalità e del loro coraggioso impegno. Chi mi ha scritto, chi mi ha difesa, chi mi è stato vicino, chi ha pregato per me. Vi sono sempre grata. Vi voglio bene. Amanda".

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