"La crisi climatica è qui e ora. La bomba d’acqua che ieri ha colpito duramente anche l’Umbria, è l’ennesima dimostrazione di come questa emergenza debba essere messa al primo posto nell’agenda politica, costruendo modelli alternativi di resilienza e adattamento e investendo in uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale”. È quanto affermano Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria, e Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil provinciale di Perugia, dopo l’alluvione che ha causato danni ingenti anche nella nostra regione in particolare nella fascia appenninica.
“Accanto al cordoglio per le vittime, abbiamo da  subito attivato le nostre strutture sindacali per monitorare la dimensione dei danni subiti con lo scopo di dare supporto e assistenza alle popolazioni colpite – proseguono Sgalla e Pampanelli – Stiamo verificando anche l’impatto che si sta determinando nelle attività produttive, non solo quelle che risultano impossibilitate a riprendere la produzione, ma anche quelle che indirettamente subiranno le conseguenze dei danni infrastrutturali. Va garantito a tutte le lavoratrici e i lavoratori non solo la tenuta del posto di lavoro ma anche il pieno salario che in questa fase economica è già pesantemente eroso dall’inflazione e dal caro energia". Per la Cgil questo ennesimo disastro ambientale impone da subito un deciso cambio di passo nella direzione delle politiche di mitigazione e adattamento climatico. "Tra l’Umbria settentrionale e le Marche sono caduti in poche ore accumuli d’acqua fino a 420 millimetri, ovvero la pioggia di circa 6 mesi - insistono i due segretari - questi eventi non sono più rari ed episodici, ma stanno diventando drammaticamente frequenti. Per questo occorre investire subito in piani di prevenzione e nella sicurezza idrogeologica dei territori, fermando i processi di cementificazione”.

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