di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Il Festival del Giornalismo sta a cuore a Perugia. Non rischia di chiudere, probabilmente grazie al crowdfunding, ma potrebbe anche lasciare Perugia. Ora l’ultima parola spetta agli organizzatori. Dopo la conferenza stampa dei giorni scorsi di Arianna Ciccone e di Chris Potter, dove si annunciava che per mancanza di fondi il festival (arrivato oramai al top ndr) rischiava di chiudere i battenti o per lo meno di migrare verso un’isola economicamente più felice, oggi c’è stata la “non risposta” delle istituzioni.

Non risposta perché come ha tenuto a sottolineare l’assessore regionale al Turismo Fabrizio Bracco “la conferenza stampa di oggi è stata indetta non per rispondere a quanto detto dagli organizzatori del festival del Giornalismo giorni fa, ma per fare chiarezza su come la Regione si è comportata in questi anni con la distribuzione dei fondi al Festival”.

L’affollatissima conferenza stampa di oggi non è stata calda come si aspettavano gran parte dei presenti. Nessun botta e risposta. Semplicemente un’”operazione trasparenza” e di riappacificazione per non perdere un evento, diventato grande, e che ha contribuito a far crescere Perugia.  Il tutto nato dalla dichiarazione degli organizzatori del festival che hanno detto di non essere più disposti a ricevere finanziamenti da parte delle istituzioni pubbliche, considerati i precedenti. E paventando l’ipotesi che il prossimo Festival del Giornalismo potrebbe essere organizzato in una città diversa da Perugia.

La riappacificazione e la volontà di tenersi stretto un progetto nato a Perugia è stata resa nota proprio in conferenza stampa, nonostante l’attacco degli organizzatori del festival che avevano dimostrato qualche malcontento sulla distribuzione dei fondi da parte delle istituzioni.

Gli assessori alla Cultura della Regione Umbria, Fabrizio Bracco, e del Comune di Perugia, Andrea Cernicchi hanno sottolineato infatti “Che il Festival internazionale del Giornalismo sia un valore per Perugia e per l'Umbria, anche ben organizzato e ben condotto, lo ribadiamo, ma sul fatto che sia stato trascurato dalle istituzioni diciamo che questo non è vero”.

Ma si toglie pure due sassolini dalla scarpa l’assessore Bracco. Uno, il fatto che la sponsorizzazione di Unicredit al Festival sia stata favorita attraverso un contatto diretto dell’ex presidente Lorenzetti prima e della presidente Marini poi e che il ridimensionamento del contributo della banca risponde a precise difficoltà economiche, così some è successo per i budget della Banca popolare di Spoleto al Festival delle Nazioni  e a quello del Festival di Spoleto che sono stati infatti ridimensionati. Due. C’è la questione della mancanza del logo della Regione dell’Umbria sul sito del Festival del Giornalismo nonostante l’Ente sia il main sponsor della manifestazione. E questo Bracco non se lo spiega.

“Vogliamo che il festival rimanga a Perugia a tutti i costi e faremo di tutto per tenercelo stretto. Proprio come stavamo facendo prima che tutto questo esplodesse, siamo aperti a qualsiasi opzione”. “Preghiamo gli organizzatori di tornare sui loro passi, ma vogliamo anche rispetto per le istituzioni”, hanno aggiunto i due assessori. E per mettono sul piatto 200mila euro. Non un soldo in più (perché non ce ne sono ndr). E non sono pochi. Considerando che i tagli sono stati drastici e gli eventi che si sono susseguiti nel tempo hanno portato a ridurre i finanziamenti per il Festival del giornalismo da 129mila del 2010 a 75mila del 2012 (con la bagarre Umbria Mobilità di mezzo) questi 200mila euro promessi alla coppia Potter/Ciccone sono proprio una bella cifra.

A questo punto la palla passa ad Arianna Ciccone e Chris Potter. Si, perché l’assessore Cernicchi è stato chiaro: “Prego gli organizzatori del Festival del giornalismo di rimanere – ha detto - , faremo tutto il possibile per aumentare il finanziamento a 200mila euro tra Comune e Regione. Di più non possiamo fare. Sono innamorato del festival e sono anche preoccupato per le ricadute che l’abbandono della manifestazione può avere sul dossier Perugia2019, che stanno valutando in queste ore. Prego gli organizzatori del Festival di superare i fraintendimenti”.

C’è ben poco da fraintendere, il Festival del Giornalismo non è destinato a morire. Potrebbe andare avanti anche con il crowdfunding o, perché no, lasciare Perugia. Il dubbio che ad oggi resta è quanto sia importante la parola data e gridata in conferenza stampa dagli organizzatori del Festival: “Non vogliamo soldi dalle istituzioni”, hanno detto. Accettare o non accettare? Fare il Festival a Perugia con i soli soldi degli sponsor o accettare i 200mila euro (che pochi non sono) e scrivere l’hashtag #fine alla diatriba?

twitter: @ArmAlle

 

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