PERUGIA - In relazione alle comunicazioni apparse sui media on line del consigliere della Provincia di Perugia Gino Emili, il direttore dell’Arpal Luigi Rossetti ed il coordinatore Adriano Bei precisano che “il rafforzamento dei centri per l’impiego,  cui il Consigliere Emili fa riferimento, è frutto di specifiche disposizioni nazionali in attuazione del programma operativo complementare nazionale Spao. L’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro ha quindi realizzato procedure per l’assunzione a tempo determinato triennale di personale destinato a rafforzare i Centri per l’impiego. E’ bene precisare che le assunzioni in oggetto prevedono la destinazione del personale ai 5 Centri per l’impiego dell’Umbria, sanciti dalla legislazione nazionale, tra cui il Centro per l’impiego di Foligno  cui afferiscono i comuni e gli sportelli di Cascia e Norcia, e che la rete degli sportelli del lavoro vede in Umbria la presenza di ulteriori 15 sportelli ubicati presso i Comuni per avvicinare i servizi ai cittadini ed alle imprese.  La Regione Umbria  prima ed Arpal dal 30 giugno 2018, a seguito dell’approvazione della legge regionale 1/2018, hanno assicurato durante tutta la fase dell’emergenza post sismica la costante presenza di operatori dei centri per l’impiego e del personale della regione  a supporto di imprese e lavoratori del territorio. Tuttora, nonostante la cronica carenza di personale, ARPAL, come rilevato dallo stesso Emili,  continua ad assicura la presenza di operatori qualificati sul territorio e non solo esclusivamente presso i centri per l’impiego, come accade nella gran parte delle regioni italiane.

Si rappresenta – proseguono Rossetti e Bei - che l’attivazione degli sportelli del lavoro, non previsti dalla norma nazionale e quindi non finanziati né finanziabili con le risorse all’uopo dedicate, è frutto di specifici accordi con le singole amministrazioni comunali che prevedono la messa a disposizione da parte degli stessi dei locali e dei servizi, al fine di consentire agli operatori dei centri per l’impiego l’espletamento delle funzioni di legge  assicurando, al contempo, la piena funzionalità delle sedi dei centri per l’impiego  formalmente istituite”.

Rossetti e Bei ricordano inoltre che  “l’infrastruttura digitale ed informatica di Arpal consente l’erogazione on line della gran parte dei servizi per il lavoro amministrativi e di base come nel caso del rilascio della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (Did), stampa della scheda anagrafica del lavoratore, presentazione del curriculum vitae, presentazione di candidature rispetto alle offerte di lavoro disponibili e ovviamente la possibilità per le imprese del territorio di esprimere i propri fabbisogni professionali. Consentendo quindi  ai cittadini ed alle imprese di fruire dei servizi senza la necessità di recarsi fisicamente presso gli sportelli. Come noto il rafforzamento dei servizi per l’impiego rappresenta una priorità nazionale  affrontata dal  governo con le due ultime leggi di bilancio.

L’ultima legge di bilancio, inglobando la precedente, prevede risorse per realizzare 4.000 assunzioni a livello nazionale per le quali tuttavia non sono stati emanati a tutt’oggi i decreti di riparto delle risorse. Il rafforzamento operato da Arpal quindi non opera su tali risorse, ma, come rappresentato, su risorse specificamente finalizzate all’attuazione di un programma nazionale con specifici obiettivi. Non appena si disporrà delle risorse necessarie – concludono - Arpal realizzerà un programma di rafforzamento strutturale, a partire dall’ambito della provincia di Terni, dove le carenze di personale sono proporzionalmente superiori, anche in considerazione del fatto che il rafforzamento realizzato con il Poc Spao  non consente allo stato attuale neanche la copertura temporanea del turn over determinatosi negli anni”.

Per il vice presidente della giunta regionale ed assessore al lavoro Fabio Paparelli “ciò che stupisce è una polemica senza fondamento da parte di neo consiglieri provinciali navigati che dovrebbero ben conoscere norme e funzionamento dei Cpi e preoccuparsi piuttosto di mettere a disposizione la parte di patrimonio necessaria perché la Regione possa operare investimenti strutturali finalizzati ad una maggiore efficacia dell’opera dei nostri funzionari e orientatori che non hanno fatto mai mancare i servizi front-office sui territori, andando ben oltre il dettato normativo”.

 

 

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