di Stefano Vinti // associazione culturale Umbrialeft

La proposta di una piccola tassa ‘Patrimoniale’, presentata da Leu e dalla sinistra PD, ha scatenato la contrarietà dei cani da guardia dei ricchi, degli speculatori, degli sfruttatori e degli evasori a cominciare dalla destra politica, attraverso il poderoso sistema informativo che controlla.

Penso, invece, che la proposta d’istituire una tassa patrimoniale (come in Spagna) sia giusta, da condividere e sostenere.

Ritengo che debbano essere tassati i patrimoni, mobiliari e immobiliari, al disopra degli 800mila euro con un’aliquota progressiva: 1% quella base, per passare al 2% sopra i due milioni, al 3% sopra i cinque e al 5% sopra i dieci milioni.

Una tassa così predisposta avrebbe un forte effetto di giustizia sociale e permetterebbe una tassazione di quei patrimoni che sono frutto dell’evasione fiscale, dando luogo a un significativo aumento del gettito.

Una ‘Patrimoniale’, quindi, che potrebbe sostenere tutte quelle attività economiche e commerciali colpite dalla pandemia e allargare la platea del reddito di cittadinanza.

In Italia il 10% della popolazione detiene il 46% della ricchezza complessiva, evidentemente una distribuzione della ricchezza iniqua, che il Covid-19 ha ulteriormente accentuato.

Alla ‘Patrimoniale’ va abbinata l’abrogazione di alcune altre tasse minori ad iniziare dall’Imu sulle seconde case, che colpisce anche famiglie senza grandi patrimoni, nonché introdurre una anagrafe patrimoniale.

La questione ormai è all’ordine del giorno in tutto il mondo, perché in tanti si pongono l’obiettivo di un sistema fiscale progressivo, indispensabile per aggredire le diseguaglianze e finanziare la spesa sociale.

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