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PERUGIA- L'indagine della polizia che ha portato all'arresto dell'ex imam della moschea di Ponte Felcino, il marocchino Mostapha El Korchi, e dei suoi connazionali Mohamed El Jari e Driss Safika, sono stati ricostruiti dagli investigatori nell'udienza di oggi davanti alla Corte d'assise di Perugia nell'ambito del processo ai tre stranieri accusati di avere svolto attivita' di addestramento al terrorismo di matrice islamica. A deporre sono stati, tra gli altri, l'allora dirigente della digos perugina Francesco Barba e il coordinatore dei servizi antiterrorismo della polizia Luca Rampini. Gli investigatori hanno spiegato che l'inchiesta e' partita dopo che erano stati raccolti segnali sospetti provenienti dalla zona di Ponte Felcino. Soprattutto relativi alla presenza di un presunto centro di reclutamento di matrice islamica. Rispondendo alle domande del pm Daniela Isaia i funzionari della polizia si sono soffermati sulle intercettazioni, telefoniche e telematiche, compiute e sui pedinamenti dei sospetti. Nel corso dell'udienza, poi rinviata al 27 novembre prossimo, la Corte ha affidato ad alcuni esperti l'incarico di trascrivere e tradurre le intercettazioni. Dei tre imputati il solo Korchi e' processato anche per la ricettazione di un fusto contenente varie sostanze chimiche, provento di furto in un deposito di rifiuti speciali della Gesenu di Perugia, e di vari documenti d'identita', tra cui due passaporti, due patenti di guida e una carta d'identita'. Tutti hanno comunque sempre respinto ogni addebito. Condividi