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FABRIANO (ANCONA - Il cda della Antonio Merloni dovrebbe riunirsi, probabilmente domani mattina, presso la sede centrale del gruppo a Fabriano. Per l'occasione i presidi attuati da ieri da lavoratori, sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e Rsu davanti a tutti gli stabilimenti del gruppo nelle Marche, in Emilia Romagna e in Umbria, si sposteranno a Fabriano. Secondo fonti sindacali, circa 500 lavoratori saranno presenti davanti alla sede della Antonio Merloni. Per l'occasione, le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm e le Rsu hanno proclamato uno sciopero di otto ore in tutti gli stabilimenti ancora attivi, con un presidio unico degli addetti di Marche, Umbria ed Emilia Romagna davanti alla sede centrale dell'azienda, a Fabriano. L'iniziativa, dice un comunicato, ''e' la naturale prosecuzione di quelle promosse fin qui da Fim, Fiom e Uilm, e ha l'obiettivo di fare il massimo della pressione possibile sul cda e sulla proprieta' dell'Antonio Merloni per far si' che si lavori per soluzioni industriali che prevedano la continuita' produttiva degli stabilimenti italiani del gruppo''. Le organizzazioni sindacali invitano ''le amministrazioni regionali e provinciali, i Comuni interessati e tutta la cittadinanza a sostenere la lotta dei lavoratori dell'Antonio Merloni per il loro lavoro, per il loro reddito''. Ieri, i governatori di Marche, Umbria ed Emilia Romagna avevano nuovamente sollecitato un incontro ''urgentissimo'' con il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. ''Non si puo' aspettare ancora - ha detto il presidente delle Marche Gian Mario Spacca -: e' sempre piu' chiaro che le offerte (di fondi di investimento anche asiatici ndr) motivo dei rinvii sono puramente finanziarie, scarsamente credibili e di scarso profilo industriale''. L'unica soluzione ''e' il ricorso alla legge Marzano, e un accordo di programma con le Regioni''. Condividi