GUARDIA FINANZA2.jpg
CITTA' DI CASTELLO - La Guardia di Finanza di Città di Castello ha scoperto una complessa frode perpetrata ai danni dei bilanci della Comunità Europea, dello Stato e della Regione Umbria ad opera di un Consorzio dell’Alta Valle del Tevere che, per l’esecuzione di lavori di sistemazione di una strada vicinale tra i comuni di Città di Castello e Pietralunga, aveva chiesto ed ottenuto un finanziamento a fondo perduto di 260.000 euro a carico del Piano di Sviluppo Rurale 2000–2006. Le indagini hanno permesso di accertare che, in realtà, gran parte del progetto era meramente fittizio ed era stato architettato ad hoc per poter beneficiare indebitamente dei fondi pubblici. Già lo stesso “consorzio”, elemento necessario per acquisire la titolarità a partecipare al bando per finanziamenti non destinati a persone fisiche, era stato promosso e costituito su iniziativa del solo proprietario dei terreni attraversati dalla strada da sistemare, mentre gli altri “consorziati” avevano avuto un ruolo meramente simbolico. Altrettanto fittizie si sono rivelate le spese documentate per giustificare l’elevato importo del progetto e gonfiare in tal modo i costi sui quali parametrare il finanziamento, ammissibile nel limite massimo del 70% del valore delle opere da realizzare (ca. 370.000 euro). Avvalendosi di una sofisticata architettura contabile, infatti, il “consorzio” aveva presentato alla Regione fatture per operazioni inesistenti del valore di oltre 200.000 euro, emesse da 2 società del frusinate che le Fiamme Gialle hanno dimostrato essere amministrate da due prestanome, prive di ogni struttura commerciale e sprovviste di attrezzature e macchinari. Per portare a termine l’attività truffaldina, il “consorzio” si è avvalso della compiacenza di tecnici e consulenti - tra cui un geometra della Regione - che hanno redatto i computi metrici delle opere e delle spese in misura superiore al reale, oltre ad aver attestato falsamente gli avanzamenti e l’ultimazione dei lavori. Dodici persone sono state complessivamente denunciate all’A.G. per varie ipotesi di reato, dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa per l’ottenimento di erogazioni pubbliche, al falso ed all’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. E’ stata informata anche la Procura Regionale della Corte dei Conti di Perugia. Condividi