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PERUGIA - ''Rischia di diventare una pietra tombale sulle quattro aziende coinvolte nell'inchiesta sugli appalti'', secondo Confindustria Perugia e Ance Umbria (l'associazione dei costruttori edili), la decisione del tribunale del riesame che ha revocato il commissariamento delle aziende disponendo pero' il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. ''Non e' abitudine delle nostre organizzazioni - spiegano i presidenti Antonio Campanile, Confidustria, e Stefano Pallotta, Ance, in un comunicato congiunto - commentare i provvedimenti della magistratura, ma come rappresentanti degli imprenditori non possiamo esimerci dall'esprimere sconcerto e preoccupazione per i gravi effetti negativi che inevitabilmente ne conseguiranno. La decisione e' stata presa nei confronti di imprese che si occupano prevalentemente, se non esclusivamente, della costruzione di strade, ponti, gallerie, fognature e gasdotti. Lavori che vengono commissionati dalle amministrazioni pubbliche e che quindi necessariamente presuppongono una contrattazione con le stesse. Nello specifico, inoltre, Ediltevere, Appalti Lazio, Tecnostrade e Seas sono imprese che operano non solo in Umbria ma anche a livello nazionale e internazionale e sono dotate di una struttura tecnico-organizzativa per far fronte ad importanti quantita' di lavoro, sia in termini di personale che di attrezzature. Tali strutture non potranno certo essere mantenute con la realizzazione di qualche piccolo piazzale o strada privata''. ''A seguito di questa decisione - sostengono Campanile e Pallotta - possiamo solo esprimere una grandissima preoccupazione per gli effetti sulla tenuta dei livelli occupazionali delle imprese coinvolte e sulle conseguenze che si determineranno su tutto l'indotto, in modo particolare su tante aziende piccole e artigianali''. ''Tutto cio' - rileva Pallotta - avviene in una fase di inversione del ciclo economico, in presenza di forti segnali recessivi e con un mercato degli appalti pubblici che ho già definito una specie di corte dei miracoli. Inoltre, facendo entrare in una crisi irreversibile le aziende piu' grandi e organizzate della Regione, si da' un contributo decisivo alla destrutturazione del sistema delle imprese del settore''. ''Ed allora - sottolineano i presidenti di Confidustria e Ance - siamo di fronte ad un'evidente contraddizione. Non si puo' considerare il divieto generalizzato di contrattare con la pubblica amministrazione come una misura meno afflittiva della gestione dei Commissari. A meno di intendere che e' meglio chiudere subito che cercare di andare avanti sotto tutela. Da parte nostra nei mesi scorsi abbiamo espresso perplessita' anche sul commissariamento ritenendolo inappropriato rispetto alle situazioni. Condividi