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ORVIETO - Alla conferenza programmatica del Pd che si svolgera' a gennaio, e' opportuno che si discutano e si votino ''tesi programmatiche contrapposte'', perche' questo puo' aiutare a identificare la cultura politica del partito. Lo ha detto Rosy Bindi, intervenendo alla decima assemblea annuale di Liberta' eguale, l'associazione dei liberal del Pd che fa riferimento a Enrico Morando. Il vicepresidente della Camera ha invitato a prendere atto che ''non siamo ancora arrivati alla costruzione di un partito plurale''. Questo obiettivo ''e' una sfida che ci impegna sul piano del radicamento sul territorio, ma anche su quello culturale e programmatico, e forse quest'ultimo e' il nostro limite''. ''Facciamo fatica a mescolarci - ha sottolineato Bindi - lo dico da ulivista della prima ora, da cattolica-democratica. Non illudiamoci che l'obiettivo sia stato gia' realizzato per il fatto che e' nato il Pd''. Bindi ha quindi sottolineato la necessita' di un lavoro del Pd per definire la propria base culturale e programmatica: ''C'e' un cambiamento culturale profondo in atto nel Paese - ha detto Bindi - come dimostra il fatto che il 60% degli italiani ha scelto la destra, rispetto al quale noi non abbiamo ancora un progetto alternativo''. Di qui la proposta di Bindi: ''Io ero contraria al congresso - ha spiegato - perche' un congresso serve ad eleggere un segretario ma non a costruire un partito, mentre la conferenza programmatica servira' a questo. Io vorrei che fosse una conferenza programmatica vera, forte, dove si discutano e si votino tesi programmatiche vere. Dal confronto - ha concluso - nascera' un partito e una proposta programmatica alternativa a Berlusconi''. Inoltre per Bindi quanti nel Pd puntano a una ''trasversalita' '' dei cattolici dei due schieramenti, mostrano ''una riserva mentale'' verso lo stesso Pd. Parole, quelle del vicepresidente della Camera, che sono sembrate riferirsi agli esponenti che fanno riferimento a Francesco Rutelli. ''Dopo aver vissuto l'esperienza della separatezza dei cattolici - ha detto Bindi mentre trattava il tema della laicita' - ora si vuole far vivere loro l'esperienza della trasversalita'. E' un approccio strumentale, non fecondo, che esprime una riserva mentale: 'Questa non e' casa nostra'''. Secondo Bindi il cattolicesimo democratico ha un ''servizio'' da fare in favore del Paese, quello di promuovere nella politica una visione laica. ''Il Pd - ha proseguito il vicepresidente della Camera - e' il progetto politico che ci da' l'occasione per mettere alla prova la nuova laicita' per le nuove sfide della democrazia. Ma questo e' possibile purche' non ci sia la trasversalita'; ora invece c'e' un nuovo progetto: dal Pd a tutti i cattolici. Pensare che ci siano in questo momento le possibilita' - ha concluso - per costruire una trasversalita' deicattolici, e' strumentale alla costruzione di future alleanze''. Infine: ''Il capo del governo esce da un centro Messegue' e dira' che vuole privatizzare la sanita' ''. Condividi