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PERUGIA – Dopo la recente manifestazione di Fabriano, la giornata di mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil, la crisi dell’azienda Antonio Merloni approda in Consiglio regionale con una mozione firmata da tutti i consiglieri di maggioranza per “sottolineare la necessità di trasferire sul piano nazionale questa vicenda che rischia di avere, con la paventata soppressione di centinaia di posti di lavoro, ripercussioni socio-economiche drammatiche in una vasta area territoriale dell’Umbria e delle Marche”. Lo annuncia una nota del consigliere Giancarlo Cintioli (Pd), primo firmatario del documento insieme ai colleghi Gianluca Rossi, Paolo Baiardini, Fabrizio Bracco, Eros Brega, Mara Gilioni, Luigi Masci, Enzo Ronca, Franco Tomassoni (Pd), Stefano Vinti, Pavilio Lupini (Prc), Roberto Carpinelli (Pdci), Ada Girolamini (Uniti nell’Ulivo-Sdi), Oliviero Dottorini (Verdi e civici). La mozione chiede alla Giunta Regionale di impegnarsi, “di concerto con la Regione Marche e le amministrazioni dei Comuni interessati e i sindacati, per aprire immediatamente un tavolo di confronto presso il Consiglio dei Ministri e definire così un nuovo piano industriale finalizzato a rilanciare l’azienda Merloni che, in Italia, è una delle aziende leader nella produzione di elettrodomestici per conto terzi. Contemporaneamente, però, si chiede espressamente di adottare tutte quelle misure necessarie per dare sicurezza e prospettive ai quasi 5 mila lavoratori degli stabilimenti di Fabriano, Gaifana e Gualtieri (ai quali devono aggiungersi oltre 2 mila unità dell’indotto) che da troppo tempo si trovano in una situazione di incertezza legata al loro futuro”. La mozione, sottoscritta dai consiglieri regionali dei partiti di maggioranza dell’Umbria, evidenzia, tra l’altro, che “il tentativo fatto negli ultimi anni dalle aziende Merloni per superare la grave crisi finanziaria del gruppo attraverso la delocalizzazione degli impianti produttivi e la realizzazione di nuovi stabilimenti nell’Europa dell’est ha avuto un effetto contrario: la crisi non è stata risolta ma anzi, si è aggravata al punto che il bilancio 2007 si è chiuso con un passivo di 37 milioni di euro e nei primi sei mesi del 2008 ha accumulato ulteriori perdite per circa 16 milioni di. Inoltre - si legge nella mozione – la mancata presentazione da parte della Merloni spa di un piano industriale di effettivo rilancio dell’azienda non solo alimenta lo stato di incertezza che aleggia sul futuro dell’azienda, ma fa temere il peggio. Da indiscrezioni trapelate sembra che il piano industriale che l’azienda sta predisponendo preveda un abbattimento della produzione industriale nei propri stabilimenti italiani del 40-50 per cento con una analoga riduzione delle unità lavorative occupate. Questa riduzione dell’organico, in un momento di grande difficoltà per lo sviluppo del nostro Paese in preda ad una stagnazione dell’economia, rischia di trasformarsi in Umbria in una delle più gravi crisi economiche dal dopoguerra ad oggi, andando oltretutto a penalizzare una vasta area che per l’Umbria va da Gubbio a Spoleto, già per altro interessata in passato da altre crisi occupazionali”. “Dal momento che il Governo nazionale non ha ancora messo in atto misure specifiche per contrastare l’evidente crisi economica del comparto e le inevitabili drammatiche conseguenze – conclude Cintioli - i consiglieri di maggioranza della Regione Umbria sollecitano non solo il coinvolgimento diretto del Consiglio dei Ministri ma anche il coinvolgimento dei parlamentari, delle amministrazioni locali, dei sindacati, delle associazioni imprenditoriali e delle forze politiche, a difesa dell’occupazione e dell’economia dell’Umbria”. Condividi