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PERUGIA - “Le difficoltà della Merloni rischiano di trasformarsi nella più grave crisi economica ed occupazionale conosciuta dalla nostra regione dal dopoguerra: per salvare le migliaia di posti di lavoro che rischiano di saltare è necessario l’intervento del Governo”. Il consigliere regionale del Partito democratico Giancarlo Cintioli lancia un grido dall’allarme sulla situazione dell’azienda leader nella produzione di elettrodomestici e sul futuro degli stabilimenti produttivi di Gaifana, Fabriano e Gualtieri. L’esponente del Pd è il primo firmatario di una mozione, sottoscritta da tutta la maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale, in cui si chiede l’impegno della Giunta per l’apertura di un tavolo presso il Consiglio dei Ministri. “L’obiettivo – spiega Cintioli – è quello di mettere in campo, di concerto con la Regione Marche, le amministrazioni locali, i sindacati e le associazioni imprenditoriali, interventi che possano dare prospettive ai lavoratori, definendo un nuovo piano industriale che rilanci l’azienda. Non possiamo pensare di risolvere una crisi di questa portata senza porre con forza il problema all’attenzione delle istituzioni nazionali”. Il consigliere regionale del Pd traccia un ritratto drammatico delle possibili conseguenze sul piano economico ed occupazionale di un’eventuale chiusura dei siti produttivi. “Il noto marchio di elettrodomestici – aggiunge Giancarlo Cintioli – occupa nei tre stabilimenti a cavallo tra Umbria, Marche ed Emilia Romagna circa 5mila persone, senza contare l’indotto che sostiene altri 2mila lavoratori. Al momento però i bilanci dell’azienda mostrano un passivo di 37 milioni di euro per il 2007 e, nei soli primi 6 mesi del 2008, sono state accumulate perdite per altri 16 milioni di euro. La gravità della situazione è dunque sotto l’occhio di tutti – continua – e non è stato ancora presentato dall’azienda, ìsecondo quanto previsto nell’accordo tra proprietà e parti sociali nello scorso anno, il piano industriale per il rilancio della produzione, in cui si prevedeva, a fronte di una proroga per altri due anni della cassa integrazione per 1.100 dipendenti, una riconferma dei livelli produttivi negli stabilimenti”. Un nuovo stato di forte incertezza sulla sorte dei lavoratori si è manifestato dopo che, la settimana scorsa, l’azienda non ha partecipato all’incontro presso il Ministero delle Attività produttive in cui avrebbe dovuto presentare, alle parti sociali e ai rappresentanti della Regione Umbria, il nuovo piano industriale. “E’ evidente che l’assenza di un piano industriale faccia temere il peggio – conclude il consigliere regionale – l’Umbria, però non può permettersi la chiusura o il drastico ridimensionamento dei siti produttivi della Merloni, ne va della sorte di migliaia di famiglie. Nostro compito è quello di riuscire a trovare una soluzione che garantisca stabilità occupazionale e qualità degli insediamenti industriali sul territorio. La Regione deve mettere in campo tutte le iniziative possibili per dare speranze e serenità ai lavoratori dell’azienda e del suo indotto”. Condividi