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Che ne dite di un ministro che un giorno si e l’altro ancora fa appello al “merito” per rimettere ordine nella scuola pubblica, bocciando gli insegnanti meridionali, perché poco preparati, e cassando d’un tratto 87.000 posti di lavoro? Tutto il bene possibile, naturalmente, per chi ha sempre sostenuto e, malgrado le numerose testimonianze contrarie, seguita a sostenere che “privato è bello”. Salvo poi doversi ricredere di fronte alla notizia, divulgata dal quotidiano torinese “La Stampa”, secondo la quale quello stesso ministro, o meglio ancora ministra, visto che stiamo parlando della titolare del dicastero della pubblica istruzione, la berlusconiana Mariastella Gelmini, per sostenere l’esame da avvocata si è imbarcata in aereo e, dalla sua Brescia ha raggiunto Reggio Calabria, dove notoriamente questo esame è più agevole. Che significa questo? Che forse Gelmini non si sentiva sufficientemente preparata ad affrontare la severa commissione della sua città natale per cui, ad evitare una solenne bocciatura ha preferito “emigrare” verso lidi più favorevoli? Ma, allora, il “merito” che va predicando a destra e a manca non deve valere anche per lei? E dobbiamo, forse, a questa sua scarsa preparazione il fatto che si applichi tanto maldestramente nell’esercizio di distruggere la scuola pubblica? Tutti interrogativi inquietanti e per il momento senza risposta. In attesa che qualcuno ci illumini meglio al riguardo, diciamo che non ci convince affatto la spiegazione, assai imbarazzata, che la stessa ministra ha dato per giustificare la sua marachella: “Avevo urgenza di lavorare – ha detto – e non potevo attendere visto che al Nord c’era il tetto del 30% e passavano solo i figli degli avvocati, con una logica di casta”. E brava la ministra, adesso ci viene a fare anche la morale. Certo che “la logica di casta” esiste in molte professioni e non l’ha certo scoperta lei, ma una volta diventata avvocata, od ancora meglio, una volta entrata al gran galoppo in politica, vista la rapida carriera che ha fatto, ha forse mosso un dito per combattere quella casta dalla quale ora prende le distanze? Tutt’altro, ha trovato più comodo adeguarsi a quella logica, anzi sta facendo ancora di più, distruggendo l’insegnamento pubblico, per tutti, a favore di quello privato, costoso e riservato a pochi: alla casta, appunto. Ma che ce ne facciamo di una ministra così? L'Italia certo ne guadagnerebbe se, vista tanto solennemente smascherata la sua ipocrisia, dimostrasse almeno un briciolo di buon gusto dimettendosi. Condividi