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PERUGIA - “C'è un doppia crisi che da anni sta minando il presente e il futuro del Trasimeno. L'abbassamento del livello delle acque dello specchio lacustre è ormai sotto gli occhi di tutti: meno 160 centimetri. Eppure, come già accadde nel 1975, basterebbe una pulizia costante e una buona manutenzione dei canali di scolo dei terreni agricoli e degli alvei di fiumi e torrenti per recuperare in due o tre mesi una quantità d'acqua sufficiente per uscire dai livelli di guardia”. Lo sostiene il consigliere regionale Stefano Vinti (Prc – Se) secondo cui “questo è un importante passo, ma che da solo non sarebbe sufficiente. C'è da fare chiarezza sui tempi e sulle modalità dei futuri collegamenti del Lago Trasimeno con le diga di Montedoglio e di Valfabbrica. Si parla molto di questi progetti – osserva il consigliere regionale - ma non si sanno tempi, finanziamenti e futuro utilizzo di queste acque. Serve un progetto comune da rivedere e applicare in tempi rapidi”. Per Stefano Vinti la crisi del Trasimeno passa anche per le scelte operate in fatto di fauna ittica: “i pesci pregiati come le tinche, il luccio e le anguille sono praticamente scomparsi. Un danno, non di piccole dimensioni, per l'economia locale e per il turismo. Tutta colpa dell'immissione di pesci non autoctoni come il carassio e il gambero della Louisiana, un 'killer' che ha già distrutto l'habitat di diversi laghi dell'Italia del Nord. Serve quindi – conclude - un tavolo scientifico per cercare di capire cosa e come fare per salvare la fauna”. Condividi