castellina del Vignola Norcia.jpg
NORCIA – Domani pomeriggio (23) alle 17,30, presso il Museo della Castellina di Norcia si inaugurerà la Mostra Archeologica “Funere mersit acerbo: tombe infantili dalle necropoli di Nursia in ricordo di don Stefano Felicetti”. L’iniziativa, realizzata dal Gruppo Archeologico Nursino “Archeonursia”, in stretta collaborazione con il Comune di Norcia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e il Lions Club Valnerina, permetterà la fruizione pubblica di interessanti reperti archeologici venuti recentemente alla luce nel piano di Santa Scolastica, presso la zona industriale della città, appartenenti a tombe infantili databili tra III sec. a.C. ed età imperiale romana. “’Funere mersit acerbo’ – spiega la dottoressa Maria Angela Turchetti, direttore del Circuito Museale Nursino e presidente di Archeonursia - è la prima metà di un verso dell’Eneide di Virgilio che si può tradurre ‘in morte acerba travolse’, con riferimento ai bambini morti in tenera età le cui voci e il cui pianto colpirono profondamente Enea appena entrato nell’Ade, nel suo viaggio nell’oltretomba. E’ anche il titolo di uno dei più delicati e commoventi sonetti delle ‘Rime Nuove’ di Giosuè Carducci, scritto nel 1870, dopo la perdita del figlioletto Dante, di soli tre anni: il poeta invita il fratello morto ancora giovane, ad accogliere con amore e tenerezza il bambino nel regno dei morti. Nell’antichità, la morte dei bambini e dei giovani venne infatti definita intempestiva e prematura, acerba appunto”. “Ma la mostra - continua la dottoressa Turchetti - è soprattutto l’occasione per ricordare una figura importante per la comunità locale quale è stato don Stefano Felicetti, umanissimo sacerdote ed amico, prematuramente scomparso nel Luglio 2006”. Quale socio fondatore di archeonursia e membro del suo consiglio direttivo, don Stefano si è impegnato attivamente per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale di Norcia e della Valnerina. Il profondo amore che nutriva per la sua terra lo ha ispirato, per tutta la vita, ad un impegno continuo e proficuo che negli ultimi anni si è concretizzato nella segnalazione di siti archeologici, nel contributo a studi specialistici, nel restauro di opere d’arte e reperti archeologici, anche grazie alla ricerca di sponsor sovvenzionatori e contributi finalizzati all’esposizione dei materiali restaurati nei musei locali. Archeonursia ama ricordarlo così, sempre sorridente e disponibile, saggio e mai invadente nei consigli e nelle decisioni, quando, fino all’ultimo, negli scavi archeologici, aiutava a portare via la terra rimossa e risolveva i piccoli problemi logistici che si creavano o arrivava con provvidenziali bibite per dissetare gli stanchi ma impegnati ‘archeonursini’. E tutti coloro che lo hanno conosciuto ed amato si sono stretti ora intorno al suo ricordo prodigandosi in ogni modo possibile affinché l’iniziativa della nuova mostra, nonostante le difficoltà a reperire finanziamenti, avesse luogo; una prova forte, se ce ne fosse bisogno, della sua presenza ancora viva e stimolante a Norcia. “E sono molti coloro che hanno reso possibile la mostra – spiega ancora la dottoressa Turchetti – ed è doveroso ricordarli tutti: i figli dell’avvocato A. Cesqui, l’avvocato G. Marinucci, la Comunanza Agraria di Castelluccio, i fratelli G. e M. Fares, Anna e Cesare Recchi, L. Porciatti, Primo Piano di P. Accica, la Parrocchia di S. Maria Argentea, le Grafiche Millefiorini, O. Onori (ditta Edilblock), la farmacia del dott. G. Rossi, A. Allegrini (Hotel Europa), Pietro Veneri, la famiglia Felicetti Tommasina, M. A. Allegrini, P. ed I. Perla, D. Rocchi, U. ed E. Fanone, la famiglia Consolini. E’ stata questa risposta corale l’esempio più toccante dell’amore dei cittadini per la propria terra e del rispetto e della stima nutrita per don Stefano: non si vive dunque invano, per quanto breve possa essere un’esistenza, quando si opera a fin di bene e la testimonianza che si lascia non cade nel nulla”. Archeonursia intende perciò, in nome e nell’esempio di don Stefano, portare avanti una serie di iniziative a lui dedicate che diventeranno appuntamento costante, ogni anno al museo e non solo al museo. La cerimonia di inaugurazione in programma per domani quest’anno si concluderà con l’apposizione di una targa commemorativa con dedica di alcune sale del Museo, appena ristrutturate grazie a fondi ministeriali, al sacerdote nursino e con la consegna alla madre di don Stefano del massimo riconoscimento alla memoria che il Lions Club è solito conferire a figure di eccezionale rilievo per la comunità e la storia di un territorio. Condividi