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TERNI – Le attività della Provincia di Terni in materia di collocamento mirato per le categorie disabili e il rapporto con le aziende private e i soggetti pubblici direttamente interessati sono state al centro della conferenza stampa tenuta stamattina nella sala del consiglio provinciale alla presenza del Presidente della Provincia di Terni, Andrea Cavicchioli, dell’Assessore provinciale alle Politiche formative e del Lavoro, Donatella Massarelli, e dei massimi responsabili del servizio Formazione di Palazzo Bazzani. I dati resi noti dicono che dal 2001 al 2007 sono state collocate 897 persone e che gli iscritti alle liste del Centro per l’Impiego risultano ad oggi essere 1820, di cui 729 donne, mentre 22 sono gli extracomunitari, di cui 12 di sesso femminile. Il rapporto fra disabili e mercato del lavoro, è stato sottolineato in conferenza stampa, non risulta però particolarmente agevole, scontando ancora ritardi, da parte dei soggetti destinatari delle assunzioni, sia nel rispetto delle specifiche normative vigenti, sia nella mancanza generale di un’adeguata cultura in un settore del sociale di grande rilevanza sotto molti punti di vista. Secondo la legge 68/99 le imprese che contano da 15 a 35 lavoratori hanno l’obbligo di assumere un dipendente disabile, quelle da 35 a 50 due dipendenti, mentre quelle oltre 50 devono assumerne un numero pari al 7% del totale dei lavoratori. a il regime del 7% del totale dei dipendenti. Nello svolgimento del lavoro quotidiano e sulla scorta dei monitoraggi compiuti dal servizio Politiche formative e dal Centro per l’Impiego, emerge infatti uno scostamento fra le iniziative dell’Amministrazione provinciale, svolte nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti, e la rispondenza dei soggetti pubblici e privati coinvolti nel sistema di assorbimento della forza lavoro costituita da categorie particolarmente svantaggiate. Nello specifico per il settore privato si riscontrano ritardi sulle procedure di avviamento al lavoro e sulle successive assunzioni, nonché il ricorso costante a procedure di mobilità e di cassa integrazione, che esclude l’obbligo di assunzione, e a quelle relative alla graduale assunzione, determinando un quadro generale nel quale i posti scoperti ammontano per il 2008 ancora a 44, mentre circa 80 sono stati assunti. Nel pubblico i livelli di problematicità più evidenti si riscontrano in alcuni Ministeri, come quello della Giustizia, della Difesa e dell’Economia i quali non assumono per mancanza di strumenti idonei legati alle dotazioni di personale, scontando un numero di posti vacanti pari a 32. La situazione migliore si riscontra invece negli Enti locali che hanno pressoché totalmente adempiuto agli obblighi di legge e solo in pochi casi si stanno ancora perfezionando gli atti necessari. Nel complesso il saldo fra 2006 e 2007 risulta negativo con un – 23% di avviamenti al lavoro. Tali problemi impediscono la stabilizzazione dei rapporti di lavoro con la riduzione del tempo determinato inferiore a sei mesi e non rendono completo il sistema che prevede anche proroghe del tempo determinato, comunque non inferiore a sei mesi, ma solo nel caso in cui ci sia l’impegno da parte del datore di lavoro ad una successiva assunzione stabile. “A fronte di 112 avviamenti nel 2007 – hanno fatto presente il Presidente Cavicchioli e l’Assessore Massarelli – ci sono state solo 31 stabilizzazioni a tempo indeterminato”. Il servizio Politiche formative e del Lavoro di Palazzo Bazzani, in relazione ai problemi riscontrati, ha proceduto in più casi all’avviamento forzoso che ha evidenziato, anche in questo caso criticità dovute alle qualifiche e alla propensione all’assunzione da parte dei datori di lavoro (molti i licenziamenti dopo il periodo di prova). Si è inoltre regolamentata la modalità di assunzione per quelle aziende soggette al regime di collocamento obbligatorio con la stipula di una convenzione ricomprendente tutte le tipologie di lavoro diverse dal tempo pieno e indeterminato, con procedure che dovranno portare necessariamente all’assunzione e un’ulteriore serie di strumenti per favorire l’accesso al lavoro da parte dei disabili. Ulteriori agevolazioni hanno riguardato tirocini formativi, eventualmente anche con sostegni economici, un rimborso del costo salariale pari al 25% o al 60% per assunzione di disabili con percentuali di invalidità dal 67 al 79% o dall’80 al 100%, assunzione a tempo parziale con orario pari o superiore al 51% del tempo pieno. A tale proposito, per l’inotteperanza alle leggi, l’Amministrazione ha fatto presente che sono applicabili anche sanzioni amministrative in misura fissa ma progressiva di 578,43 euro più 28 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo per la mancata presentazione del prospetto informativo e un’ammenda di 57 euro per ciascun lavoratore non assunto, per cause imputabili al datore di lavoro, e per ogni giorno lavorativo di scopertura della quota d’obbligo. “Abbiamo la consapevolezza – hanno dichiarato il Presidente della Provincia, Andrea Cavicchioli, e l’Assessore alle Politiche formative e del Lavoro, Donatella Massarelli – che il problema del collocamento dei disabili nel mercato del lavoro deve essere efficacemente affrontato, oltre che con normative adeguate, anche con il coinvolgimento effettivo e consapevole, in termini di responsabilità e opportunità, del sistema produttivo. Sotto questo profilo l’Amministrazione provinciale di Terni assumerà iniziative dirette nei confronti delle associazioni di categoria per valutare le esigenze oggettive e creare ulteriori percorsi virtuosi che consentano ai datori di lavoro di rispondere in maniera corretta e non penalizzante ai principi previsti dalla legge e ai disabili di poter raggiungere un obiettivo determinante quale quello del diritto al lavoro”. Condividi