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di Gianluca Pozzi Nonostante i consumi freddi e stagnanti sarà un fine anno con il botto per lo spumante nazionale con circa 80 milioni di bottiglie stappate in Italia e 50 all’estero dove si registra un aumento record del 22 per cento in valore dei brindisi Made in Italy che hanno conquistato un numero crescente di buongustai nei diversi continenti, come ha evidenziato l’ultimo numero del “The Economist”. E’ quanto ha affermato la Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno, nel sottolineare peraltro che a livello nazionale lo champagne rappresenta solo il 2 per cento delle bottiglie acquistate dagli italiani per i brindisi di fine anno. Una vittoria schiacciante da attribuire - ha proseguito la Coldiretti - al migliore rapporto qualità/prezzo rispetto al concorrente d’oltralpe, con i prezzi dello spumante che hanno avuto aumenti contenuti al 4,1 per cento nei primi otto mesi del 2007 secondo i dati Ismea Ac Nielsen. Si tratta di una battaglia che si è iniziato a combattere anche all’estero dove secondo “The Economist” il prosecco è diventato l’alternativa dello champagne. Circa la metà dei circa 300 milioni di bottiglie di spumante prodotte in Italia viene stappata - ha sottolineato la Coldiretti - tra metà dicembre e metà gennaio in occasione dei brindisi di fine anno. Il successo “fuori casa” dello spumante italiano che è il frutto della crescita in Germania (+ 16 per cento) e negli Stati Uniti (+ 8 per cento) che - ha proseguito la Coldiretti - sono rispettivamente il secondo e il primo cliente dello spumante italiano con oltre un terzo delle vendite estere. Sul podio al terzo posto - ha continuato la Coldiretti - si classifica il Regno Unito dove le spedizioni sono aumentate addirittura del 72 per cento mentre una tendenza estremamente positiva si registra anche in paesi emergenti come la Russia con un aumento del 124 per cento mentre in Spagna il balzo è del 33 per cento e in Francia l’incremento del 2 per cento, nonostante la concorrenza del locale champagne. Una competitività che è confermata anche dal fatto che in Usa e in Svizzera l’Asti e il Prosecco hanno superato la quota dello Champagne, secondo il Forum degli Spumanti. Il trend di crescita - ha proseguito la Coldiretti - è sostenuto dal Prosecco che è diventato sempre piu' ambasciatore anche per altri spumanti nazionali con una produzione che per il Valdobbiadene Prosecco Doc ha raggiunto 50 milioni di bottiglie a fronte degli 80 milioni dell’Asti spumante. Buona anche la compagine umbra sul settore che esporta il 2 per cento del totale italiano. Per “The Economist”, che gli ha dedicato un articolo, il prosecco italiano all’estero, dove viene spedita un terzo della produzione, fa concorrenza allo champagne con le vendite che complessivamente sono raddoppiate negli ultimi 15 anni saturando il mercato tedesco. Ma le esportazioni - ha continuato la Coldiretti - sono addirittura aumentate di cinque volte nel Regno Unito dal 2000 raggiungendo gli 1,1 milioni di bottiglie nel 2006 mentre negli Usa sono passate nello stesso periodo da 555 mila a 1,4 milioni di bottiglie con tassi di crescita piu' elevati dello champagne, secondo The Economist. “Ma il successo ottenuto dalle imprese sul mercato è messo a rischio dal recente accordo sulla riforma europea del settore vino votata dall’Italia che non è riuscita a far valere il principio della vocazione territoriale a vantaggio dei produttori del Nord Europa che potranno continuare a utilizzare lo zucchero e addirittura chiamare vino anche il fermentato ottenuto dalla frutta” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l'Italia ha perso un'altra battaglia a Bruxelles con una grave sconfitta per il settore vitivinicolo nazionale”. Non è stata fatta pesare la leadership mettendo a rischio lo sviluppo futuro di un settore che - ha sottolineato Marini - rappresenta oggi la principale voce dell'export agroalimentare nazionale ed è il biglietto da visita del Made in Italy nel mondo. L'accordo raggiunto - ha continuato Marini - è peggiorativo per l'Italia rispetto alla proposta presentata dalla stessa Commissione Fischer Boel a luglio, nonostante il ruolo primario del nostro paese nella produzione di vino in Europa. Un risultato amaro che - ha concluso il presidente della Coldiretti - rischia di vanificare i successi ottenuti sul mercato, spesso in solitudine, dalle migliori imprese vitivinicole italiane. IL BOOM DELLO SPUMANTE ITALIANO ALL'ESTERO Stati Uniti + 8% Germania + 16 % Russia + 124 % Regno Unito + 72 % Spagna + 33 % MONDO + 22 % Condividi