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PERUGIA - Nel carcere di Terni, la produzione di acqua calda sarà presto garantita dall’impianto solare termico che verrà installato da detenuti al termine di uno specifico corso di formazione professionale. Sarà il frutto di due innovativi progetti promossi e organizzati insieme da Regione Umbria, Casa circondariale di Terni, agenzia formativa “Associazione Ora d’aria”, con il contributo del ministero dell’Ambiente e del ministero di Giustizia – Dipartimento amministrazione penitenziaria. Finalità e caratteristiche sono state illustrate oggi a Perugia dall’assessore regionale alla Formazione professionale Maria Prodi, dal direttore dell’istituto penitenziario Francesco Dell’Aira, oltre che dalle coordinatrici del progetto, l’avvocato Domenica Sprizzi (di “Arci-Ora d’aria” di Perugia), e del corso di formazione, Federica Porfidi. Presente anche il presidente regionale dell’Arci Francesco Camuffo. Sono 12 i detenuti della casa circondariale di Terni che, dall’inizio di dicembre, prendono parte al corso di formazione professionale per installatore di pannelli solari, finanziato dalla Regione dell’Umbria con le risorse del Programma Operativo Regionale 2000-2006. “Il progetto – ha sottolineato l’assessore Prodi – si caratterizza per la sua valenza ambientale, confermando la strategia e l’impegno della Regione Umbria per lo sviluppo delle energie rinnovabili, e nello stesso tempo interviene per dotare i detenuti di un patrimonio di competenze spendibili in termini di occupabilità. Offre, infatti, una formazione in un settore in crescente espansione, con maggiori possibilità per il loro inserimento lavorativo”. Il corso sarà completato con l’installazione di un impianto solare termico della superficie di 150 metri quadrati, per la produzione di acqua calda per tutto il carcere e andrà ad integrare l’impianto di riscaldamento della struttura. “E’ un’ulteriore testimonianza della strategia innovativa che perseguiamo nel carcere – ha detto il direttore Dell’Aira – Ogni corso di formazione è finalizzato anche alla realizzazione di un prodotto a beneficio della struttura. In questo caso, l’istituto di Terni sarà il primo dei tre istituti di pena italiani (gli altri sono a Torino e a Caltagirone) che potranno avvalersi dei finanziamenti dei ministeri dell’Ambiente e di Giustizia per il ‘programma di solarizzazione’ avviato nel 2002 con il progetto pilota del carcere romano di Rebibbia”. Per il direttore Dell’Aira, il progetto “ha come garanzia la grande sinergia con i due Ministeri che hanno finanziato l’acquisto dei pannelli solari e con la Regione che ha assicurato lo svolgimento del corso di formazione professionale”. “Con la Regione – ha detto il presidente dell’Arci Camuffo – si è registrata una sintonia attorno alla valutazione del carcere quale possibile luogo di innovazione e non come problema. È il messaggio che vogliamo far transitare con il progetto ‘Il lampadiere’, nell’ambito del quale si colloca la formazione per installatori di pannelli solari: aprire nuovi varchi, creando opportunità per l’assunzione di persone che devono scontare una pena”. L’obiettivo del corso, al quale partecipano anche tre uditori e che avrà la durata di 500 ore, è quello di formare una figura professionale dotata di conoscenze teoriche e tecniche e capacità pratiche sufficienti a consentirgli di porsi sul mercato del lavoro, offrendo sia le competenze richieste al personale delle piccole e medie imprese impegnate nel settore impiantistico del solare-termico, sia quelle necessarie per la creazione di microimprese. “I detenuti che vi partecipano – ha sottolineato la coordinatrice del corso Federica Porfidi – si stanno impegnando in maniera seria, fortemente motivati. Vogliamo dimostrare che la strada della legalità è produttiva e dare all’esterno un segnale anche sull’importanza del risparmio energetico”. Un segnale, dal carcere, anche sulla sicurezza del lavoro. “Sul tetto, dove saranno installati i pannelli solari – ha rilevato il direttore Dell’Aira – sono state montate ringhiere per prevenire il rischio di infortuni”. La coordinatrice del progetto ha auspicato che la collaborazione prosegua, con progetti per combattere marginalità e isolamento sociale. “Questa è un’esperienza pilota che si conclude a marzo – ha detto l’avvocato Sprizzi – ma ci auguriamo di trovare nuovi spazi progettuali e continuare a lavorare insieme con progetti innovativi”. L’assessore Prodi ha anche assicurato “l’impegno della Regione anche nella programmazione 2007-2013 per i progetti che offrano ai detenuti un ‘capitale’ di competenze da spendere una volta usciti dal carcere”. Condividi