merloni2.jpg
ANCONA, 4 LUG - La crisi della Antonio Merloni ''e' gia' oggi la crisi di vaste aree dell'entroterra marchigiano e umbro''. Lo affermano le segreterie regionali della Cgil di Marche e Umbria. ''Al tempo stesso - aggiungono - e' la crisi esemplare del consolidato modello di sviluppo caratterizzato da produzioni tradizionali, da sistemi di imprese piccole e medie, dal capitalismo familiare, da un credito incapace di affrontare i rischi della innovazione strategica. La comunita' locale va quindi collegata strettamente alle istituzioni regionali e nazionali, per tutelare chi sta perdendo reddito e potra' perdere il lavoro, per favorire nuovi assetti proprietari e credibili progetti industriali, ma anche per iniziare a costruire nuovi modelli di sviluppo qualificato del territorio''. ''L'eccezionalita' della situazione e il suo carattere interregionale - conclude la Cgil - richiedono anche alle due regioni, Marche ed Umbria, una forte capacita' di innovazione delle tradizionali politiche industriali, della ricerca, dell'innovazione tecnologica, come delle politiche attive per il lavoro e delle politiche sociali''. Condividi