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di Nicola Bossi A perugia si è concluso alle 12,45 l'interrogatorio di Rudy Guede, l'ultimo che ha visto in vita Merdedith. I suoi legali hanno chiesto la scarcerazione, mentre il Pm Mignini portando una importante serie di prove a suo carico ha chiesto la conferma del carcere preventivo. Un mese e 11 giorni dopo dall'omicidio, Meredith Kercher ha potuto trovare pace con un funerale che si è svolto nella sua Londra e sotto gli occhi dei genitori che, per l'occasione pur essendo separati, hanno deciso di unirsi in questo momento tragico. Genitori distrutti che però con grande compostezza e dignità hanno guidato un corteo di 600 persone che ha preso parte alla funzione religiosa che si è svolta alla chiesa parrocchiale di Croydon. Nonostante la grande commozione non è stato un funerale dove raccogliere e rilanciare la disperazione per un omicidio inspiegabile, ma la famiglia e il parroco locale hanno voluto esaltare la vita, la bellezza e la bontà di Meredith: un ritratto di una vita breve che doveva andare, e ci è andato, contro quell'inferno di odio, droga, soldi e lussuria sfrenata che ha fatto da contorno all'omicidio. di Daniele Cibruscola All'udienza di oggi non ha parlato solo perchè i giudici del tribunale del riesame non gli hanno rivolto alcuna domanda. Questa la motivazione addotta all'uscita del tribunale stesso da Nicodemo Gentile, uno dei legali di Rudy Herman Guede. L'italo-ivoriano, tuta da ginnastica scura e maglietta blu, ammanettato, e' stato condotto in aula dalla polizia penitenziaria seguendo un percorso protetto all'interno del palazzo di giustizia al fine di evitare giornalisti e teleoperatori. "Rudy e' un po' provato - ha dichiarato Gentile - ma sempre più convinto che è cominciato un percorso difficile al termine del quale sarà dimostrata la sua innocenza". Walter Biscotti, altro legale del collegio difensivo, ha poi aggiunto: "Non c'e', e non e' stata offerta neanche oggi, alcuna prova relativa ad una condotta volta concretamente, sia in concorrenza che a livello personale, a realizzare l'evento delittuoso". Al contrario: "Nelle scalette di ferro in prossimita' del parcheggio antistante la casa del delitto, che sono molto illuminate, c'e' una telecamera fissa. Noi riteniamo che in quella telecamera c'e' sicuramente l'immagine dell'assassino che scappa, e che non e' nella maniera piu' assoluta il nostro assistito". Condividi