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FIRENZE - Si sarebbero anche adoperati per riciclare soldi di organizzazioni di tipo mafioso alcune delle persone coinvolte nell'indagine fiorentina su una truffa con prefissi come l'899 e che ha portato a 18 arresti. In base a quanto emerge, a questo fine alcuni degli arrestati avrebbero messo a disposizione le loro attivita' economiche in Gran Bretagna finite nell'inchiesta sugli 899. Secondo quanto emerge dalle indagini, coordinate dal pm della Dda Paolo Canessa e dal magistrato fiorentino Giulio Monferini, i responsabili di una societa' inglese - fra cui Giuseppe Cimieri e Carlo Contini, entrambi di Perugia - sarebbero entrati in contatto con persone legate a organizzazioni di tipo mafioso. Fra queste, un ex collaboratore di giustizia poi accusato dell'omicidio, sempre in Umbria, di un ex pentito. Da questi contatti sarebbe nato il progetto, poi naufragato, di occultare, attraverso le attivita' economiche inglesi, quadri di autore e ingenti somme contanti, fra cui 80 mila franchi svizzeri, in possesso di personaggi appartenenti ad associazioni siciliane di tipo mafioso. Sempre secondo gli investigatori, anche la societa' Flynet,presieduta del patron dell'Arezzo calcio Piero Mancini (arrestato) e finita nell'inchiesta sulle truffe 899, avrebbe avuto un ruolo, seppur indiretto, nel progetto. Sarebbe stato Roberto Salvatore Menzo, 47 anni, di Niscemi (Caltanisetta), ex collaboratore di giustizia, l'uomo con cui entrarono in contatto Cimieri e Contini. Nel marzo scorso, Menzo e' stato arrestato per l'omicidio, avvenuto nel settembre del 2007, di un altro ex pentito, Salvatore Conte, di 47 anni, di Napoli, il cui cadavere era stato sotterrato in un bosco vicino a Gubbio. Dall'indagine perugina emerse che Conte sarebbe stato ucciso per dissapori sulla gestione delle attivita' di un'articolata organizzazione criminale, composta da ex pentiti e dedita, non solo in Umbria, ai traffici della droga e delle armi, alle rapine. Condividi