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di Eugenio Pierucci PERUGIA - Le umbre saranno presenti alla manifestazione di Roma contro la violenza sulle donne che si svolgerà il prossimo 24 settembre. La Cgil metterà a disposizione due autobus che partiranno la mattina, attorno alle 10-10,30, da Perugia (nei pressi della sede sindacale) e da Terni (zona Stazione). L’iniziativa è stata presentata questa mattina nella Sala della Vaccara, nel corso di una conferenza stampa ospitata nelle sede comunale, dove Maria Pia Serlupini, consigliera delegata alle politiche della differenza e delle pari opportunità, ha svolto il ruolo della ospite. Presenti per le istituzioni anche Maria Prodi, assessore regionale alle pari opportunità, e Marina Toschi, consigliera regionale di parità, alle quali si sono accompagnate numerose rappresentanti di associazioni e forze politiche e sindacali che aderiscono alla Rete “Ove la donna lo consenta”. Le ragioni della protesta, che si svolgerà alla vigilia della giornata internazionale dedicata a tale tematica, stanno nelle cifre che attestano la difficile condizione femminile nel nostro Paese che occupa la poco invidiabile 84^ posizione al mondo in tema di pari opportunità, preceduta da numerosi Stati del Terzo Mondo che pure vivono in condizioni di estrema arretratezza economica e sociale. La irrilevante presenza femminile nei luoghi della politica e nelle istituzioni, laddove si decidono le sorti del Paese –è stato detto- fa sì che le donne italiane siano ancora fortemente discriminate tanto in seno alla famiglia che nei luoghi di lavoro. La loro scarsa occupazione (solo il 47% circa delle italiane ha un impiego retribuito fuori casa) ed il fatto che anche quando lavorano percepiscono spesso stipendi inferiori ai loro colleghi uomini a parità di mansioni, assieme alla mancanza di servizi che le costringono ad accollarsi la maggior parte del lavoro domestico, sono fattori che contribuiscono a mantenere le donne in uno stato di subordinazione nei confronti degli uomini, dai quali troppo spesso dipendono interamente, non riuscendo a realizzare una loro condizione di vita autonoma. A ciò si accompagna la violenza, della quale restano troppo spesso vittime, che gli uomini esercitano nei loro confronti: secondo i dati forniti dal Ministero per le Pari Opportunità, oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto nelle loro vita di violenza fisica, sessuale o psicologica, la maggior parte delle volte esercitata dal partner entro le mura domestiche (ad esempio il 69,7% degli stupri). Ed il fatto che solo il 18% di esse abbia chiara la percezione che quanto hanno subito costituisce un reato, ci dice quanto terreno culturale dobbiamo ancora recuperare. Quanto all’Umbria, dal 2003 al 2006 il “Telefono Donna” ha ricevuto 918 chiamate, il 65,7% delle quali per denunciare violenze e maltrattamenti che nell’86,6% dei casi erano avvenuti nell’ambito familiare. Come si vede non si tratta di un problema di ordine pubblico –come hanno ripetuto un po’ tutte le intervenute, in termini quasi ossessivi-, e piuttosto che ad inasprimenti legislativi converrà provvedere alla proposizione di “azioni positive” capaci di “illuminare” i violenti che “non hanno colore”. Da qui la richiesta di un disegno di legge regionale contro la violenza che sia in grado di incidere sui più diversi versanti e che veda assegnare risorse sufficienti per la creazione di una rete integrata di servizi, sia in termini di sicurezza che di accoglienza e tutela della salute. Ed ancora: un’adeguata azione di prevenzione da svilupparsi anche attraverso percorsi educativi nelle scuole sulle differenze di genere; una formazione altrettanto adeguata di tutti gli attori sociali che hanno a che fare con il tema della sicurezza; un incremento significativo dei finanziamenti alle realtà che si fanno carico del tema della violenza sulle donne, per rispondere alle tante richieste di consulenza e di accoglienza; una programmazione di politiche locali rispettose di una visione duale della società umbra. Condividi