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La sinistra ci crede. Dopo il 20 ottobre, dopo la manifestazione per la giornata mondiale contro ogni violenza sulle donne, grazie alla spinta propulsiva di così tanti cittadini tanti quanti la sinistra non ricordava da decenni, a Roma l'assemblea della Sinistra e l'arcobaleno. Il segno grafico è quello dei colori dell'Arcobaleno. Con il PdCI, i Verdi, Sinistra Democratica, e Rifondazione Comunista, il popolo della sinistra deluso dalle mille frantumazioni consequenziali alla caduta del PCI, allontanato irrimediabilmente dalle vicende della politica oggi che si torna a parlare di unità torna. Ai segretari dei partiti non spetta che raccogliere quella che sembra un'invocazione non più rinviabile "unitevi". Diliberto ripercorre la recente storia sottolineando come le vicende politiche e personali di tutti i presenti è fatta di lacerazioni, strappi, abbandoni reducismo ma che per ciò che lo riguarda e riguarda il suo partito questa storia è definitivamente alle spalle e lancia da subito due criteri ai quali chiede di uniformare l'azione politica della confederazione: perfetta parità di presenze tra uomini e donne in tutte le istituzioni, divieto assoluto di superare il secondo mandato. Criterio quest'ultimo di primaria importanza nella lotta al male del carrierismo che affligge tanta parte della politica. Quando richiama la lezione berlingueriana della questione morale la folla applaude e si commuove. Mussi e poi anche Giordano conferma convintamente il sostegno al Governo ma ricorda a Prodi che 150 parlamentari non possono valere meno dei vari Dini, Binetti, Di Pietro e Mastella. Diffusa la convinzione che da gennaio si debba tornare l'impegno preso con l'elettorato nel 2006. Anche se la richiesta di verifica non convince tutti. Molta la sinistra umbra presente e non per mera ritualità o testimonianza ma per la consapevolezza piena che gli stati generali della sinistra rappresentano un'inversione di tendenza netta per la sinistra. La pace, i diritti civili, il lavoro stabile, l'ambientalismo le parole d'ordine di questa sinistra. Queste le risposte a coloro che anche a livello locale ipotizzano agià da ora una geografia di alleanza diversa da quella che ci ha uniti nel 2004, vantando una presunta autosufficienza, una vocazione maggioritaria, che appare oggi quanto meno pericolosa per il buon esito delle future tornate amministrative. La tragedia delle morti sul lavoro denuncia che il principio dell'equidistanza tra impresa e lavoratori di veltroniana coniazione deve essere rigettato in toto e chiama la sinistra ad un rinnovato impegno per porre al centro della propria agenda politica il lavoro stabile e sicuro che produce morte. Il processo avrà buon esito solo se ognuno sarà in grado di superare l'idea che si debbano salvaguardare i miseri destini individuali per la costituzione di un nuovo soggetto politico unitario e plurale che sappia essere portatore della identità di ciascun partito e raccogliere le nuove sfide future. La sinistra ci crede. Condividi