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di Daniele Cibruscola UMBERTIDE - Dopo l’ennesima strage di lavoratori il Paese delle 1300 morti bianche l’anno si trova di nuovo, suo malgrado, ad indignarsi per quella che ormai assume i contorni di una vera e propria guerra, tacita e senz’armi, ma pur sempre una guerra. Lo ha fatto anche il circolo di Rifondazione Comunista di Umbertide, che a mezzo stampa ha voluto esprimere pubblico cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime. A seguito “dell’incidente” della ThyssenKrupp di Torino (capofila è la acciai speciali Terni) il giudizio del Prc di Umbertide è netto e senza appello: “A poco valgono – si legge nella nota – le lacrime ipocrite e postume di chi, nei vari ruoli e nelle diverse responsabilità, di fatto non fa niente per incidere positivamente sulle condizioni materiali dei lavoratori”. E le premesse per un rapido giro di vite sulla sicurezza sembrano proprio non esserci: “Purtroppo – si legge – anche il recente accordo sul welfare va ad aggravare la situazione dei lavoratori meno professionalizzati”. I principali imputati? I partiti (ovviamente non quello di Rifondazione, che ha fatto del miglioramento delle condizioni di lavoro la sua principale battaglia politica), i sindacati (sempre più asserviti alle logiche di potere), il Governo centrale (che ad ogni finanziaria diminuisce i fondi destinati ai controlli nelle fabbriche), e ovviamente gli imprenditori. Proprio gli imprenditori infatti, con le proprie “politiche d’impresa” (i salari bassi, il lavoro precario e non qualificato, gli investimenti nulli per la salvaguardia dei lavoratori) sono stati i primi ad aver determinato questo “status quo” che di fatto sembra essere stato metabolizzato dalla società Italiana come un male inguaribile e senza soluzione. “A fronte di ciò – conclude la nota – il circolo prc di Umbertide auspica che anche a livello locale le forze della sinistra, le associazioni e tutti coloro che pensano che questi siano i problemi veri del paese (...) pratichino l’unità e facciano pervenire dal territorio una richiesta forte e chiara ai propri vertici, affinché la risoluzione dei problemi gravi dei lavoratori non sia solo delegata alle giornate di studio e approfondimento ma diventi, nella verifica con Prodi a gennaio, l’oggetto del confronto su cui incardinare l’azione di governo successiva. Altrimenti, per dirla con Bertinotti, si dovrà prendere definitivamente atto del fallimento del governo dell’Unione”. Condividi