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PERUGIA - Come vedono la nascita della nuova sinistra arcobaleno i giornalisti umbri, soprattutto in rapporto alla situazione regionale? Su questo argomento ne abbiamo interrogati tre, in rappresentanza di alcune delle testate regionali più importanti. Domani e nei prossimi giorni raccoglieremo altri pareri. Intanto ecco che cosa ci hanno detti questi primi graditi ospiti che ringraziamo per la loro disponibilità “Su scala nazionale un’aggregazione che rappresenti le ragioni dei ceti sociali più deboli è senz’altro utile – questo il pensiero di Marcello Migliosi, uno dei più esperti commentatori politici umbri e direttore di TEF e Umbriajournal– tanto più dopo la formazione del Pd che obiettivamente si schiera più verso il centro”. Quanto alla nostra regione “Occorrerà attendere per vedere se si riuscirà a ricomporrre le contrapposizioni a sinistra che si sono manifestate anche di recente in diverse parti della regione. Se, sì allora ci sarà per questo nuovo partito la possibilità di imporre anche nelle stanze del potere regionale i temi che stanno a cuore ai suoi elettori, come il cronico ritardo infrastrutturale che ha frenato sin qui il nostro sviluppo”. Ovviamente, tutto questo in un rapporto dialettico con la forza più grande del Pd, riguardo alla quale “la nuova sinistra ha però il vantaggio di presentarsi più coesa sugli obiettivi che intende realizzare, almeno in questa fase iniziale”. “Per non parlare dell’aggregazione che si vuol tentare a destra, attorno al Pdl, che sembra fallita in partenza”. Se tutti questi presupposti di verificheranno, allora per Migliosi l’obiettivo del 15% dei voti a livello nazionale è possibile ed ancora meglio ciò si potrà realizzare in Umbria. Anche Ivano Porfiri, giovane e brillante redattore de la Voce di Perugia, nutre qualche dubbio sulla possibilità di realizzare un’agevole aggregazione della sinistra nella nostra regione e, come Migliosi, dà la colpa di ciò “alla forte litigiosità che si è espressa sin qui fra alcuni di quelli che dovrebbero essere gli attori principali di questo processo unitario”, “cosa che ne ha impedito la realizzazione gia prima che nascesse il Pd”. Anche per lui, qualora riuscissimo a superare questo scoglio, la possibilità di raggiungere in Umbria il 20% di cui si è parlato diventerebbe reale e la nuova forza politica partirebbe da una buona base per dialogare da pari a pari con il Pd. Infine, Giuseppe Castellini, direttore del Giornale dell’Umbria, al quale si deve il definitivo lancio di questa testata. “Che il sistema partitico italiano tenda ad aggregarsi in forze dotate di una massa critica assai maggiore di quella attuale è certamente un bene per il Paese”, sostiene. E “In questo scenario, l'aggregazione delle forze della cosiddetta ‘Sinistra radicale’ nella ‘Cosa Rossa’ è un elemento di semplificazione e chiarezza". "Certamente si tratta di un'operazione non facile, perché mette insieme partiti e movimenti che portano ognuno specificità e sensibilità a tratti anche molto diversi e sarà interessante vedere quali di questi tratti saranno più presenti e significativi nella sinistra aggregata ma plurale della Cosa Rossa”. “Di certo –nota ancora Castellini- questa aggregazione potrà contare su un numero di voti consistente anche se non certo maggioritario. E pertanto, nel gioco delle alleanze, in grado di incidere e determinare gli indirizzi dell'azione di Governo o di dare voce, se all'opposizione, a segmenti sociali che altrimenti non troverebbero punti di riferimento in cui riconoscersi”. “Questo in Italia ma anche in Umbria, dove la semplificazione in atto nel centrosinistra (Pd, Cosa Rossa e, se l'operazione riuscirà anche se lo dubito, un nuovo Partito socialista) determinerà dei cambiamenti di forza sul piano politico sia nel prossimo futuro, sia nel medio periodo. Tuttavia, detto con franchezza, non credo che gli assi portanti dei rapporti politici attuali in Umbria muteranno. Ci sarà un forte Partito Democratico, una Cosa Rossa che certamente otterrà un risultato a due cifre e una forza socialista che, al di là degli sforzi attuali attraverso la Costituente, giocherà giocoforza un ruolo minore, subalterno a quello del Pd”. “Certamente per il Pd avere di fronte una forza unitaria della cosiddetta ‘Sinistra radicale’, piuttosto che vari ‘nanetti’ (l'unico a non essere ‘nanetto’ nella Sinistra radicale è il Prc) che magari si beccano l'un l'altro come i capponi di Renzo, rappresenterà più un problema che un'opportunità. Perché credo che, in tema di programmi e di azione politica, il solido ancoraggio riformista del Pd farà fatica a trovare intese trasparenti con la "Cosa Rossa’”. “Quello che accadrà in concreto, comunque, lo decideranno gli elettori, stabilendo i rapporti numerici di forza alla luce dei quali si giocheranno le varie partite sui programmi e sulle alleanze. E se nascerà la cosiddetta ‘Cosa bianca’ il boccino in mano (più in Italia che in Umbria, per la verità) ce lo avrà il Pd che, di fronte a eccessive difficoltà nel negoziato con la Cosa Rossa, potrà sempre guardare al ‘secondo forno’ dei moderati. E, visto l'aria neo proporzionalista che tira, tale ‘secondo forno’, se anche non dovesse essere usato in sede di alleanze per elettorali, al Pd tornerà molto utile in sede di assemblee elettive” . Condividi