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di E.P. PERUGIA – E’ finalmente arrivata una prima risposta positiva alle tante sollecitazioni espresse dall’Umbria e dalle Marche affinché fossero garantiti i finanziamenti necessari per completare la ricostruzione post terremoto. E’ giunta dalla commissione bilancio della Camera e più precisamente dal relatore della Legge Finanziaria 2008, Michele Ventura, che ha fatto praticamente sua la proposta sottoscritta dai parlamentari di centro sinistra delle due regioni e ha depositato un emendamento che interviene in materia di terremoti e altre calamità. Un testo che modifica in senso fortemente migliorativo l’articolo licenziato dal Senato, perché ha accolto larga parte delle tesi che sostenevano i deputati del centro sinistra dell’Umbria e delle Marche, stabilendo, ad esempio, un incremento pari a 22,9 miliardi di euro, per il 2008, dello stanziamenti destinato agli enti locali. Inoltre passerebbe da 47 a 50 milioni di euro il fondo destinato a diminuire la quota di restituzione dei tributi e dei contributi sospesi e ci sarebbero, infine, 5 milioni di euro a decorrere dal 2008 per il pagamento degli interessi su mutui quindicennali inerenti agli interventi di ricostruzione. Quest’ultima somma risponde in particolare all'esigenza di dare continuità finanziaria al processo della ricostruzione che ancora necessita di una ingente quantità di risorse. Infatti, pur avendo l'emendamento del Governo deciso un aumento a tale fine, siamo ancora in presenza di cifre assolutamente insufficienti e si rende perciò necessario un ulteriore sforzo, in occasione delle votazioni in aula, per introdurre nuove modifiche che rendano possibile raggiungere gli obiettivi che erano stati definiti in sede di “tavolo” con i governo, a Palazzo Chigi. Passi in avanti, ma di minore portata, sono stati obiettivamente compiuti per risolvere l’annosa questione della restituzione della “buste pesante. Le richieste umbro-marchigiane a tale riguardo hanno infatti trovato solo un parziale accoglimento e questo perché la finanza pubblica italiana deve oggi sottostare ai rigorosi obblighi che ci sono imposti dall’Unione europea. Va perciò abbandonata l’idea di ottenere il tanto sospirato “condono tombale” ed anche la possibilità di usufruire, in base all’elementare principio del pari trattamento da riservare a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla regione in cui vivono, del vantaggio concesso ai piemontesi e ai siciliani, ai quali è stato imposto di restituire solo il dieci per cento di quanto non avevano versato. Una possibilità per usufruire anche noi di questo beneficio c’era all’epoca del governo di centro destra, solo che questo di fosse dimostrato propenso ad accogliere questa richiesta. Invece i parlamentari umbri e marchigiani della defunta Casa delle Libertà, che oggi si ergono a paladini degli interessi dei terremotati delle due regioni, contribuirono all’epoca, con il loro voto contrario, ad affossare i ripetuti emendamenti che i parlamentari del centro sinistra avevano presentato in questo senso. Per essere chiari fino in fondo, possiamo dire che il treno giusto, sul quale dovevamo assolutamente salire, è passato e adesso, se vogliamo essere realisti, l’unica battaglia che possiamo ancora fare è quella per ottenere dal governo attuale una percentuale la più prossima possibile a quel benedetto dieci per cento e pretendere che la restituzione avvenga in tempi lunghi e, soprattutto, senza alcun interesse. Condividi