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CITTA’ DI CASTELLO - “Il 9 maggio è l’anniversario dell’uccisione di Venanzio Gabriotti da parte di un drappello di nazisti e fascisti ed è l’occasione in cui Città di Castello, attraverso un personaggio che ne è divenuto uno dei simboli, ricorda la resistenza antifascista e la partecipazione dei suoi giovani alla guerra di liberazione. Il 9 maggio è anche l’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro da parte delle brigate rosse, avvenuta trent’anni fa, ed è per legge dello stato la giornata in cui si celebra la memoria delle vittime del terrorismo”: queste le parole del sindaco Fernanda Cecchini nel giorno in memoria del sacrificio del martire altotiberino. Le celebrazioni hanno avuto inizio con una messa, officiata dal vescovo mons. Domenico Cancian nella chiesa del Famedio presso il cimitero monumentale e sono proseguite con la deposizione della corona presso il cippo sul greto della Scatorbia, dove, all’alba si 64 anni fa, Gabriotti fu giustiziato. Prima degli interventi ufficiali, alcuni studenti hanno intonato “Bella Ciao”, l’inno europeo e l’Inno di Mameli. “I sacrifici personali di Gabriotti e di Moro - ha proseguito il sindaco - divengono il simbolo non solo di tutte le altre vittime accomunate nello stesso destino ma anche della vittoria sul fascismo e sul terrorismo. Per i cittadini di Città di Castello il 9 maggio deve poter essere l’occasione per cogliere il significato profondo della resistenza antifascista e della difesa democratica dal terrorismo. Quella frase di Gabriotti - “per un’idea si vive, per un’idea si muore” - porta con sé non il segno di una fine da accogliere ma l’indicazione di una prospettiva da costruire. La resistenza contro il fascismo e la lotta di liberazione contro l’occupazione nazista sono stati gli strumenti necessari per la riconquista e l’affermazione dei valori della libertà e della democrazia così come la dittatura fascista era stato lo strumento per la loro negazione ed il loro annullamento. Il modo migliore per perpetuare il messaggio di Gabriotti è quello di non soffermarsi sul mezzo (la lotta contro il fascismo), che fu un’azione necessaria e coraggiosa per sconfiggere la dittatura, ma sull’obiettivo perseguito, sul risultato raggiunto, sulle prospettive aperte (la libertà e la democrazia riconquistate) - ha concluso il sindaco - che sono l’eredità consegnata al futuro del paese ed alla vita dei cittadini e delle istituzioni repubblicane come patrimonio comune ed unitario del popolo italiano, da difendere, coltivare, promuovere”. Il presidente dell’istituto “V. Gabriotti” Sergio Polenzani ha poi introdotto Isabella Dalla Ragione, figlia del comandante partigiano Livio, scomparso nel marzo 2007. “Sono qui come figlia e come cittadina” ha dichiarato davanti a tanti cittadini e studenti delle scuole tifernati “affinché la memoria non cancelli i diritti conquistati a costo della vita e su cui è stato possibile che l’Italia diventasse una repubblica democratica. Noi figli di partigiani abbiamo rinnovato l’iscrizione all’Anpi (l’associazione nazionale partigiani d’Italia) perché il filo del ricordo e delle verità storiche non si spezzi contro i tentativi di riscrivere o cancellare il portato ideale e morale della lotta di Liberazione”. Condividi