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di Daniele Cibruscola PERUGIA – Quella di Alessandro Seppilli è stata un figura importante per Perugia e per l’intera nazione. E Perugia, adesso, gli rivolge un tributo intitolandogli un’aula magna proprio di quell’Università che anche lui ha contribuito a rendere grande. E’quella degli Istituti Biologici in via del Giochetto, poco sotto l’ospedale di Monteluce. La cerimonia formale si è svolta questo pomeriggio alla presenza delle più alte Istituzioni di capoluogo e Regione. Tra i presenti infatti il Sindaco Renato Locchi, la Presidente di Regione Maria Rita Lorenzetti e l’Assessore Regionale alla Sanità Maurizio Rosi. Ma anche Giovanni Berlinguer (Sinistra Democratica - il cui curriculum, vastissimo, ora ne registra la presenza tra i banchi del Parlamento Europeo), Adolfo Puxeddu e Carlo Rossi (rispettivamente Preside della Facoltà di Medicina e di Farmacia), Michele Conversano (Vice-Presidente della Società Italiana di Igiene) e Tullio Seppilli (figlio dell’insigne professore e presidente della Fondazione Celli da lui stesso creata). Davvero non si poteva chiedere di più per rendere omaggio ad un uomo che nell’arco della sua vita è stato dapprima docente universitario, poi Assessore alla Sanità del Comune di Perugia, poi ancora Sindaco (dal ’53 al ’64). Un uomo Seppilli, che col suo modo di intendere le Istituzioni ha contribuito molto e positivamente allo sviluppo e al progresso della città di Perugia. Un uomo, il cui lavoro ha fortemente inciso sulla nascita del sistema sanitario che tutti conosciamo e tuttora vigente in Italia. Un sistema che oggi va difeso con le unghie dai feroci attacchi del neo-liberismo, “Un’ideologia – ha dichiarato Berlinguer – che nella salute non vede che un mezzo per creare profitto; che reputa la sanità pubblica un peso per le finanze degli stati, e un ostacolo alla crescita economica”. Un tema profondo, coerente con la vita di Alessandro Seppilli che, come dottore e come uomo politico, si è sempre adoperato affinché le disuguaglianze sociali/economiche delle persone, non costituissero una discriminante del modo in cui queste dovessero “vivere” la propria salute. A chiusura della cerimonia il figlio, Tullio Seppilli: “La cultura – ha detto – è un bene comune. A questo punto della storia dell’uomo, non può più essere divisa a pezzetti”. Il sapere medico, politico e amministrativo relativo alla salute, non può essere appannaggio di un Paese (o di un ceto) piuttosto che di un altro, ma deve essere universalmente condiviso. E’ un dovere morale anche nei confronti dello stesso Seppilli, “uomo – ha detto la Lorenzetti – per cui la parola riformismo voleva dire innanzitutto progresso”. E con l'Aula Magna a lui intitolata (per questo e per tutti i suoi insegnamenti) Perugia, adesso, dice “grazie” Alessandro. Condividi