cantiere edile 2.jpg
PERUGIA - “Avere cantieri sicuri e imprese in regola non soltanto corrisponde ad un dovere etico e sociale, ma è anche utile alle imprese umbre per combattere la concorrenza sleale e la drammatica diffusione degli incidenti”. Commenta così l’assessorato regionale all’Ambiente l’intesa raggiunta tra il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e la Regione Umbria per garantire più elevati standard di controllo della sicurezza e della regolarità del lavoro nel comparto delle costruzioni edili. L’intervento oggetto dell’intesa denominato “Cantieri Sicuri” prevede l’individuazione di un cantiere in cui avviare la sperimentazione di sistemi di controllo alla cantieristica edile realizzati attraverso l’applicazione della più avanzata sensoristica e delle più moderne tecnologie elettroniche e informatiche con l’obiettivo di creare la prima generazione di “cantiere elettronico sicuro”. Inoltre con l’azione si vuole aumentare la consapevolezza nell’opinione pubblica dei fenomeni legati al lavoro irregolare e alla sicurezza creando anche una collaborazione tra enti appaltanti, professionisti, aziende, sindacati e, in generale, gli enti territoriali responsabili di verifiche e dei controlli. I risultati della sperimentazione dovranno essere diffusi su tutto il territorio nazionale per generare un sistema omogeneo. “Si tratta di un impegno importante – ha riferito l’assessorato all’Ambiente – che rientra in una serie di attività finalizzate a combattere i fenomeni dell’irregolarità e della mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. La Giunta regionale ha approvato un disegno di legge di modifica delle legge 1 del febbraio 2004 “Norme per l’attività edilizia”, per rendere più sicuri i cantieri e combattere il fenomeno degli incidenti sul lavoro. Il testo recepisce i contenuti di un accordo concertativo raggiunto dalla Regione con le organizzazioni imprenditoriali e quelle dei lavoratori e mira sostanzialmente a trasferire al campo generale dell’edilizia privata la normativa per la prima volta sperimentata con successo in Italia nella ricostruzione in Umbria e nelle Marche dal terremoto del 1997. Interviene nel campo dell’accertamento della regolarità contributiva delle imprese aggiungendo a questa verifica quella della congruità dell’incidenza della manodopera nello specifico cantiere, cioè del controllo che alla dimensione dei lavori corrisponda un congruo numero di lavoratori impiegati in ore regolarmente retribuite. Si tratta del primo esempio nella legislazione regionale in tutta Italia, ed è riferito a lavori privati per un importo superiore a 50mila euro e comunque non inferiori ad una superficie di 100metri quadrati coperti. Le imprese avranno l’obbligo di conseguire il “Durc” (documento unico di regolarità contributiva) che dovrà essere richiesto dal committente privato dei lavori prima della erogazione dell’ultima rata di pagamento. Nel caso l’impresa risulti irregolare il committente dovrà trattenere l’importo che, successivamente versato agli enti previdenziali, sarà utilizzato per il pagamento dei contributi evasi. La legge segna un importante avanzamento della civiltà del lavoro in Umbria e in Italia. Condividi