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PERUGIA – “Va creata, e grazie ai privati c’è la possibilità di farlo, una nuova laguna da 80 mila metri cubi dove far confluire le acque reflue lavorate dal depuratore”. La Regione è pronta a firmare un protocollo di intesa con i Comuni interessati che oltre a Bettona comprendono anche Bastia Umbra e Cannara, e con i soggetti interessati al fine di portare a termine il progetto. E’ questo l’intendimento dell’Esecutivo regionale, sottolineato dall’assessore all’ambiente, Lamberto Bottini, ascoltato stamane in II Commissione a seguito di una petizione popolare dei cittadini del comune di Bettona che chiedono “l’adozione di provvedimenti urgenti del Consiglio regionale finalizzati a prendere provvedimenti e a sollecitare l’intervento del presidente della Giunta regionale per affrontare lo stato di pericolosità ambientale derivante dalla non corretta utilizzazione del depuratore zootecnico”. I sottoscrittori della petizione chiedono anche “di verificare la reale sussistenza di una situazione di emergenza, rappresentata dallo sversamento delle acque reflue inquinanti dalla laguna nel fiume Chiascio”. Mentre a questi interrogativi non è stata data risposta, per la Regione –ha sostenuto l’assessore - è necessario determinare nuove condizioni normative e per questo è stato messo a punto un tavolo sulla zootecnia. Il suo auspicio è quello di arrivare ad una politica di settore condivisa. L’obiettivo su cui lavorare è per Bottini quello di abbassare la quantità di azoto a seguito della depurazione affinché le acque reflue, prive di nitrati, possano essere utilizzate anche per l’irrigazione dei campi. In questa fase transitoria - è stato spiegato nel corso dell’incontro - la quantità di suini dovrà diminuire rispetto alle 20 mila unità attuali e soltanto dopo la realizzazione del nuovo impianto il numero potrà tornare a crescere fino a raggiungere 40 –50 mila capi. L’impegno della Regione sarà quello di aiutare la filiera e trovare un equilibrio economico e ambientale per questa attività”. Insomma, a Bettona e negli altri Comuni limitrofi si continua a prediligere una economia basata sugli allevamenti che producono puzza ed inquinamento ambientale, rispetto alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale fondato sullo sviluppo di attività legate soprattutto al turismo, in un territorio che ha enormi potenzialità da questo punto di vista considerata anche la vicinanza con Assisi, Perugia e l’aeroporto internazionale di Sant’Egidio. C’è da scommettere che questa soluzione, incredibilmente sposata da un assessore che si die all'ambiente, non troverà per nulla d’accordo le associazioni ed i tanti cittadini che di suini ed allevamenti zootecnici in quel territorio non ne vogliono più sapere. Condividi