chimica terni.jpg
TERNI – “La situazione del polo chimico Terni-Narni-Nera Montoro deve diventare fin dai prossimi giorni il centro di una forte iniziativa territoriale per il consolidamento e lo sviluppo”, dice il sindaco di Terni, Paolo Raffaeli, secondo il quale “l'incontro sollecitato alla Meraklon è il primo passo delle istituzioni locali in questa direzione”. Tutto questo “con la consapevolezza - continua Raffaelli in una nota - che mentre il polo siderurgico, avendo fronteggiato con una vasta convergenza di impegni tante difficoltà, vive una fase di forte sviluppo testimoniato dall'ingente mole di investimenti, sul versante della chimica permane una situazione di estrema criticità, con le sole eccezioni di Novamont, che ha nel carattere innovativo delle sue produzioni e delle sue ricerche un punto di forza, e della Basell, il cui equilibrio produttivo è tuttavia in buona misura subordinato alla capacità complessiva del sito”. Per Raffaelli, “il tema dell'approvvigionamento energetico continua ad essere al centro della nostra attenzione in un contesto nel quale deve essere tuttavia evidente che dalle imprese debbono venire proposte ed impegni e non solo richieste”. Su Meraklon e Polo ex Montedison il sindaco ricorda che “il nuovo piano regolatore generale del Comune di Terni ha lasciato ampi spazi per un confronto sulle aree e la loro valorizzazione subordinato alla presentazione di piani industriali condivisi che potrebbero essere un volano per lo sviluppo, come è stato in altre parti del territorio comunale, dall'Alnuatel al Centro Servizi Inox, alla Zeuna. Anche su questo versante ci presenteremo al confronto disponibili a valutare le opportunità e le proposte, senza dimenticare però che per le imprese di nuovo insediamento la competitività territoriale è soprattutto un problema di territorio mentre per le imprese che esistono già da molto tempo la competitività territoriale è un problema più delle aziende che delle istituzioni”. Raffaelli ritiene comunque “che ci siano le condizioni per un confronto serio che metta insieme l'impegno istituzionale e buoni accordi di sviluppo tra aziende e sindacati. Noi siamo pronti a lavorarci purché in un disegno di responsabilità condivisa e non di scaricabarile”. Condividi