spaccino.jpg
PERUGIA - Hanno ribadito l'estraneità di Roberto spaccino all'accusa di avere ucciso la moglie Barbara Cicioni riproponendo l'ipotesi che la donna venne assassinata durante un furto in casa gli avvocati Michele Titoli e Luca Gentili, difensori del trentottenne di Marsciano, nel corso dell'udienza preliminare che si è svolta ieri davanti al gup Paolo Micheli. La sua decisione sulla richiesta della procura di rinviare a giudizio Spaccino sarà presa sabato dal giudice. Secondo i legali l'ipotesi del furto venne ritenuta molto verosimile anche dai primi carabinieri intervenuti sul posto. “E' sostenuta a nostro avviso - hanno affermato Gentili e Titoli - anche dai riscontri scientifici svolti”. Diversa la tesi della procura secondo la quale responsabile dell'omicidio è Spaccino sul quale si sono concentrate le indagini. I due legali hanno comunque sottolineato che nella loro arringa non hanno fatto riferimenti specifici ad alcuno quale possibile colpevole del delitto. “Avendo fatto solo esclusivo riferimento - hanno aggiunto - a possibili ipotesi investigative che avrebbero potuto essere vagliate nell'immediatezza anziché, con estremo ritardo o, come per altre ipotesi, in maniera del tutto insufficiente e parziale”. Al termine dell'udienza di ieri gli avvocati Titoli e Gentili si sono detti “fiduciosi”. “Riteniamo - ha affermato Gentili - che negli atti di indagine, esaminati da noi a lungo, vi siano elementi che rendono incredibile il fatto che la rapina sia stata opera di un simulatore. Siamo convinti che invece il furto sia stato reale e abbiamo prodotto al giudice molti elementi che si basano anche sulle fotografie fatte nell'immediatezza”. Condividi