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TERNI - Chiede di processare don Pierino Gelmini per dieci presunti episodi di molestie sessuali nei confronti di giovani ospiti della Comunità Incontro, avvenuti tra il 1997 e l'ottobre scorso, il pubblico ministero di Terni Barbara Mazzullo che ha chiuso con una richiesta di rinvio a giudizio l'indagine nei confronti del sacerdote aperta nel dicembre del 2005. “Un'inchiesta difficile” ha spiegato oggi lo stesso magistrato senza comunque volere entrare nel merito delle accuse. Parlando astrattamente del processo penale, il pubblico ministero ha sottolineato che questo “mira ad accertare la responsabilità individuale”. Facendo quindi capire che l'indagine ha riguardato solo i presunti comportamenti illeciti di don Gelmini e non quindi la comunità che guida. Con la richiesta depositata al gup, il pm ha chiesto che oltre al sacerdote siano rinviati a giudizio per favoreggiamento e per avere intralciato la giustizia due suoi collaboratori, Pierluigi La Rocca e Giampaolo Nicolasi, mentre per Patrizia Guarino, la madre di uno degli accusatori di don Gelmini, è stato chiesto che venga processata per favoreggiamento e per rivelazione di segreti inerenti un procedimento penale. In sostanza l'accusa per loro è di avere aiutato don Gelmini a cercare di eludere l'indagine della squadra mobile di Terni. La parte centrale della richiesta del magistrato è comunque dedicata all'accusa di violenza sessuale mossa al sacerdote. Episodi avvenuti a Molino Silla di Amelia, casa madre della Comunità Incontro. A subirli - secondo la versione accusatoria - sono stati dieci ormai ex ospiti della struttura. Tossicodipendenti in fase di recupero, due agli arresti domiciliari e altrettanti sottoposti alla misura dell'affidamento in prova. Due minorenni all'epoca dei fatti. Don Gelmini li avrebbe costretti a “soddisfare le sue richieste sessuali” - è detto nel capo d'imputazione - minacciando di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti, in qualche caso promettendo favori tramite loro. Accuse che il pm ritiene di avere riscontrato incrociando le dichiarazioni dei giovani, ma anche sentendo numerosi testimoni e ricorrendo a intercettazioni telefoniche. Accuse che don Gelmini - 83 anni compiuti il 20 gennaio - ha sempre respinto con fermezza. Per difendersi al meglio e per rimanere con i suoi ragazzi “fino alla morte” ha chiesto e ottenuto dal Papa di essere ridotto allo stato laicale, dopo un ventennio da Esarca mitrato della Chiesa greco-melchita. “Ha vissuto con serenità questo momento, con la consapevolezza di essere innocente” ha detto oggi il portavoce della Comunità. Condividi