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PERUGIA – Dal no deciso pronunciato qualche giorno fa sulla possibilità di un accordo per contenere i prezzi al consumo in Umbria, alla cauta apertura odierna. Confcommercio dell'Umbria si dice adesso disposta a ragionare su possibili intese o accordi, ma pone alcuni precisi paletti indicando in una nota come “condizioni necessarie” che tali intese coinvolgano tutti i soggetti della filiera lungo la quale si formano i prezzi; che comprendano anche i soggetti pubblici e privati coinvolti nella formazione di tasse e tariffe, elemento fondamentale per ragionare di potere d'acquisto e sostenere i consumi. “La nostra proposta - hanno detto i rappresentanti della Confcommercio dell'Umbria nel corso dell'incontro organizzato stamani dalla Regione in materia di prezzi - è quella di lavorare ad un accordo per il contenimento dei prezzi dei prodotti umbri sui quali ci sia un impegno dei singoli produttori. Quei prodotti cioè per i quali tutta la filiera avviene in Umbria ed è quindi ipotizzabile una qualche concreta incidenza”. Confcommercio - prosegue la nota - non parteciperà invece ad accordi di sola “immagine”, che pretendono di coinvolgere unicamente le aziende del commercio e che sottendono l'immotivata convinzione che esse siano responsabili dei livelli dei prezzi. “Apprezziamo la nuova impostazione che la Regione vuole dare al problema - è detto ancora nella nota - coinvolgendo tutte le parti sociali in un comitato tecnico che si occuperà di creare percorsi condivisi per il contenimento del caro vita. Ci spiace dover rilevare, invece, l'assenza al Tavolo regionale dei prezzi di tutto il mondo della produzione industriale, che evidentemente non si ritiene coinvolto dal problema, pur essendo un attore decisivo della filiera, come dimostrano i dati Istat relativi agli incrementi dei prezzi alla produzione”. Condividi